10 maggio 2006
Aggiornamenti e focus
Aspartame assolto
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Si attendevamo risposte istituzionali e le risposte sono arrivate. E non si tratta di istituzioni qualunque visto che si parla dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e del National Cancer Institute. La risposta è univoca: l'aspartame non aumenta il rischio di tumori. Verrebbero così smentite le ipotesi di uno studio condotto dalla Fondazione Ramazzini di Bologna su quasi duemila ratti, che tanto scalpore aveva suscitato nell'agosto scorso, secondo il quale il consumo di aspartame induceva un aumento di leucemie, linfomi e altri tumori. Del resto la storia del dolcificante, usato come additivo alimentare ed edulcorante da più di 20 anni in gran parte del mondo, è da sempre una storia controversa. Ma come i due enti di ricerca sono arrivati a "scagionare" l'aspartame?
I dati della ricerca bolognese sono tempestivamente stati inviati all'Efsa così come al National Cancer Institute. L'associazione europea ha escluso una correlazione significativa fra aumento dei tumori e assunzione di aspartame. L'incremento dell'incidenza di leucemie e linfomi, osservato nel ratto, è molto probabilmente attribuibile all'elevata incidenza di alterazioni infiammatorie ai polmoni. Lo studio ha, infatti, seguito le cavie per tutta la loro vita, circa tre anni e non solo per i due anni canonici di durata delle ricerche, e queste alterazioni a danno dei polmoni sono tipiche di ratti anziani. In più, dicono all'Efsa, l'aumento dei casi di tumori nel sangue non è correlato all'incremento delle dosi di aspartame. Le alterazioni riscontrate nei reni, uretere e vescica non sono specifiche dell'aspartame, ma piuttosto il risultato di una lieve irritazione o di squilibri nel metabolismo del calcio, specifici del ratto e privi di rilevanza per l'uomo. Infine, il numero di tumori maligni dei nervi periferici è ritenuto basso e non è rilevabile un chiaro legame con dosi elevate di aspartame. Sulla stessa lunghezza d'onda l'organismo statunitense che è arrivato alle stesse conclusioni dopo aver raccolto le valutazioni effettuare su oltre 500 mila persone, uomini e donne, di età compresa tra 50 e 69 anni in un periodo di cinque anni. Gli scienziati, riferiscono in una nota, non hanno scoperto alcuna prova che indicasse un maggiore rischio di leucemia, linfoma o tumore al cervello tra le persone che fanno uso di aspartame nelle bevande rispetto a quelle che non lo utilizzano. Del resto già gli studi precedenti non avevano trovato correlazioni significative tra aspartame e tumori. Ecco perché le conclusioni univoche sono che "i risultati dello studio della Fondazione Ramazzini sull'aspartame non forniscano basi scientifiche per riconsiderare il suo utilizzo nei prodotti alimentari". Chiaro e inequivocabile. Considerazioni che sembrerebbero non ammettere repliche. Ma alla Fondazione Ramazzini non si perdono d'animo e sono già stati annunciati nuovi studi per trovare ulteriori elementi. "La nostra opinione è diversa da quella dell'Efsa - ha detto il direttore della Fondazione Morando Soffritti - il nostro è il primo studio da 30 anni condotto da un'organizzazione indipendente, con l'obiettivo di dimostrare se questa sostanza causa il cancro oppure no: a questo servono gli studi condotti sugli animali. E la conclusione, sulla base dei dati, è che ad alte dosi l'aspartame ha effetto cancerogeno". Come a dire che la "telenovela" aspartame potrebbe non essere ancora finita. Alla prossima puntata allora...
Marco Malagutti
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Il parere delle istituzioni
I dati della ricerca bolognese sono tempestivamente stati inviati all'Efsa così come al National Cancer Institute. L'associazione europea ha escluso una correlazione significativa fra aumento dei tumori e assunzione di aspartame. L'incremento dell'incidenza di leucemie e linfomi, osservato nel ratto, è molto probabilmente attribuibile all'elevata incidenza di alterazioni infiammatorie ai polmoni. Lo studio ha, infatti, seguito le cavie per tutta la loro vita, circa tre anni e non solo per i due anni canonici di durata delle ricerche, e queste alterazioni a danno dei polmoni sono tipiche di ratti anziani. In più, dicono all'Efsa, l'aumento dei casi di tumori nel sangue non è correlato all'incremento delle dosi di aspartame. Le alterazioni riscontrate nei reni, uretere e vescica non sono specifiche dell'aspartame, ma piuttosto il risultato di una lieve irritazione o di squilibri nel metabolismo del calcio, specifici del ratto e privi di rilevanza per l'uomo. Infine, il numero di tumori maligni dei nervi periferici è ritenuto basso e non è rilevabile un chiaro legame con dosi elevate di aspartame. Sulla stessa lunghezza d'onda l'organismo statunitense che è arrivato alle stesse conclusioni dopo aver raccolto le valutazioni effettuare su oltre 500 mila persone, uomini e donne, di età compresa tra 50 e 69 anni in un periodo di cinque anni. Gli scienziati, riferiscono in una nota, non hanno scoperto alcuna prova che indicasse un maggiore rischio di leucemia, linfoma o tumore al cervello tra le persone che fanno uso di aspartame nelle bevande rispetto a quelle che non lo utilizzano. Del resto già gli studi precedenti non avevano trovato correlazioni significative tra aspartame e tumori. Ecco perché le conclusioni univoche sono che "i risultati dello studio della Fondazione Ramazzini sull'aspartame non forniscano basi scientifiche per riconsiderare il suo utilizzo nei prodotti alimentari". Chiaro e inequivocabile. Considerazioni che sembrerebbero non ammettere repliche. Ma alla Fondazione Ramazzini non si perdono d'animo e sono già stati annunciati nuovi studi per trovare ulteriori elementi. "La nostra opinione è diversa da quella dell'Efsa - ha detto il direttore della Fondazione Morando Soffritti - il nostro è il primo studio da 30 anni condotto da un'organizzazione indipendente, con l'obiettivo di dimostrare se questa sostanza causa il cancro oppure no: a questo servono gli studi condotti sugli animali. E la conclusione, sulla base dei dati, è che ad alte dosi l'aspartame ha effetto cancerogeno". Come a dire che la "telenovela" aspartame potrebbe non essere ancora finita. Alla prossima puntata allora...
Marco Malagutti
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