Contro il tumore la dieta non basta
di Marco Malagutti
Hanno fatto scalpore nei giorni scorsi i risultati di uno studio appena pubblicato dal Journal of National Cancer Institute, secondo i quali sarebbe ridimensionato il ruolo protettivo del consumo di frutta e verdura nella prevenzione dei tumori. Un risultato secondo molti osservatori prestigiosi, a cominciare da Umberto Veronesi, non così eclatante. Il fatto che sia inutile un'alimentazione anti-cancro se poi si conducono stili di vita errati è abbastanza evidente. Lo studio in sostanza ribadisce l'utilità di un'alimentazione sana, forse in misura un po' inferiore a quanto ipotizzato in precedenza, ma unita ad altri comportamenti virtuosi: dallo stop al fumo alla riduzione di fattori inquinanti fino alla limitazione del cibo in generale. Per avere conferma di questa interpretazione Dica33 ha intervistato Roberto Labianca, responsabile dell'Unità operativa di oncologia medica agli Ospedali Riuniti di Bergamo.
Per cominciare che cosa pensa dello studio?
Si tratta dello studio Epic, uno studio europeo che vanta tra i ricercatori anche il gruppo italiano di Paolo Boffetta. L'indagine ha cercato di stabilire un'associazione inversa tra consumo di frutta e verdura e il rischio di tumori. Il dato è stato rilevato in una popolazione di oltre 400mila persone, più della metà donne, di 10 paesi, raccogliendo informazioni su alimentazione e stile di vita. Al termine dello studio, dopo 9 anni, si sono sviluppati circa 30.000 tumori.
Con quale risultato?
L'associazione esiste, ma il vantaggio non è enorme. Francamente mi sarei aspettato di più. Un vantaggio leggermente superiore con l'assunzione di verdura rispetto alla frutta e leggermente superiore per le donne. Non viene negato nessuno delle precedenti ipotesi ma è innegabile un ridimensionamento. Gli stessi autori affermano di voler continuare a studiare sull'argomento per entrare di più nel dettaglio.
Cambia qualcosa per i pazienti?
Assolutamente no. Il messaggio resta lo stesso, l'alimentazione deve essere sana ma da sola non basta. Va oltretutto considerato che nello studio è stato valutato un rischio generale di tumore, ma non tutti i tipi di tumore sono correlati all'alimentazione allo stesso modo. Se, cioè, l'associazione è accertata per tumori come quello del colon, dello stomaco o della mammella, lo stesso non vale per il tumore del polmone o per i sarcomi per i quali la dieta ha sicuramente un ruolo meno significativo. Nell'ipotesi di uno studio futuro si potrebbe restringere il campo dei tumori esaminati.
Quali sono perciò le raccomandazioni alimentari da ribadire in chiave anti-tumore?
Quelle di sempre. Tanta frutta e verdura, possibilmente fresca, pochi grassi, poca carne, nessun alcolico o il meno possibile, evitare i cibi fermentati o affumicati e le fritture.
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