15 dicembre 2006
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione
Cure convenienti
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Che il lavoro possa deprimere è una cosa che salta all'occhio, ma quanto la depressione possa incidere sui bilanci aziendali è meno immediato. Invece è un dato di fatto. In un recente studio finanziato dai National Institutes of Mental Health è emerso come ogni lavoratore americano afflitto da disturbi bipolari in media perda 65,5 giorni di lavoro l'anno, rispetto ai 27,2 rubati dalla depressione maggiore. Con un bilancio stimato in 14,1 miliardi di dollari l'anno solo negli Usa. Ma che cosa si può fare per fronteggiare questo fenomeno? Gli esperti del Brigham and Women's Hospital e della Harvard Medical School di Boston hanno elaborato un modello per analizzare i costi e i benefici di un programma anti-depressione da attuare sul posto di lavoro: test per individuare la malattia, servizio di counselling al telefono e altri interventi per chi risulta colpito da fenomeni depressivi. Con risultati sorprendenti.
Gia ricerche precedenti, premettono i ricercatori statunitensi nel loro studio apparso sugli Archives of General Psychiatry, avevano evidenziato gli enormi costi sociali cui è associata la malattia. Si parla di costi economici nell'ordine delle decine di miliardi di dollari ogni anno e solo negli Stati Uniti, con una componente principale derivante dalla mancata produttività sul lavoro. Ma sono sempre di più le evidenze secondo le quali una adeguata terapia antidepressiva potrebbe, in qualche modo, alleviare questo peso sociale ed economico. Nonostante questo l'adeguata terapia è sottoutilizzata. Niente di più sbagliato, visto che le analisi economiche disponibili sono inequivocabili e parlano di un guadagno netto in termini di QALY, che rappresenta l'unità di misura dell'aspettativa di vita. Eppure permangono delle barriere culturali, spiegano i ricercatori, una su tutte rappresentata dagli imprenditori che non riescono a cogliere un potenziale guadagno, determinato dall'adozione di programmi di cura per la depressione. E il guadagno per gli imprenditori non è secondario. Mancano, per di più, a oggi studi sulla costo-efficacia di questo tipo di trattamenti dal punto di vista del datore di lavoro. E quelli che ci sono, sono a breve termine. Lo studio in questione arriva così a colmare un'importante lacuna con un duplice obiettivo: innanzitutto esaminare la costo-efficacia di un programma di trattamento anti-depressivo per lavoratori, da un punto di vista sociale. In più valutare i benefici economici eventuali per l'imprenditore, in un orizzonte temporale più significativo di almeno 5 anni. Primi passi di fondamentale importanza.
I risultati sono inequivocabili. Da un punto di vista sociale la gestione della cura e dello screening della depressione per i lavoratori risulta in un incremento del rapporto costo-efficacia di 19.976 dollari per QALY, cioè anno di vita di qualità accettabile guadagnato, rispetto alle cure normali. Risultati in linea con i trial recentemente condotti su interventi medici analoghi in medicina generale. L'aspetto innovativo dello studio, però, riguarda la prospettiva imprenditoriale. E qui i numeri sono sorprendenti: un guadagno di 2.895 dollari ogni mille lavoratori dopo cinque anni all'inizio del programma. Un risparmio considerevole per le aziende che mettessero in atto specifici programmi di screening contro la depressione nei propri uffici. Lo studio non è esente da limiti, ma i risultati parlano di benefici economici sia per l'imprenditore sia per la società. In attesa di ulteriori studi, che i ricercatori auspicano, sugli effetti di simili programmi sul rendimento lavorativo, il bilancio non è niente male.
Marco Malagutti
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I dubbi dei datori di lavoro
Gia ricerche precedenti, premettono i ricercatori statunitensi nel loro studio apparso sugli Archives of General Psychiatry, avevano evidenziato gli enormi costi sociali cui è associata la malattia. Si parla di costi economici nell'ordine delle decine di miliardi di dollari ogni anno e solo negli Stati Uniti, con una componente principale derivante dalla mancata produttività sul lavoro. Ma sono sempre di più le evidenze secondo le quali una adeguata terapia antidepressiva potrebbe, in qualche modo, alleviare questo peso sociale ed economico. Nonostante questo l'adeguata terapia è sottoutilizzata. Niente di più sbagliato, visto che le analisi economiche disponibili sono inequivocabili e parlano di un guadagno netto in termini di QALY, che rappresenta l'unità di misura dell'aspettativa di vita. Eppure permangono delle barriere culturali, spiegano i ricercatori, una su tutte rappresentata dagli imprenditori che non riescono a cogliere un potenziale guadagno, determinato dall'adozione di programmi di cura per la depressione. E il guadagno per gli imprenditori non è secondario. Mancano, per di più, a oggi studi sulla costo-efficacia di questo tipo di trattamenti dal punto di vista del datore di lavoro. E quelli che ci sono, sono a breve termine. Lo studio in questione arriva così a colmare un'importante lacuna con un duplice obiettivo: innanzitutto esaminare la costo-efficacia di un programma di trattamento anti-depressivo per lavoratori, da un punto di vista sociale. In più valutare i benefici economici eventuali per l'imprenditore, in un orizzonte temporale più significativo di almeno 5 anni. Primi passi di fondamentale importanza.
I risultati dell'indagine
I risultati sono inequivocabili. Da un punto di vista sociale la gestione della cura e dello screening della depressione per i lavoratori risulta in un incremento del rapporto costo-efficacia di 19.976 dollari per QALY, cioè anno di vita di qualità accettabile guadagnato, rispetto alle cure normali. Risultati in linea con i trial recentemente condotti su interventi medici analoghi in medicina generale. L'aspetto innovativo dello studio, però, riguarda la prospettiva imprenditoriale. E qui i numeri sono sorprendenti: un guadagno di 2.895 dollari ogni mille lavoratori dopo cinque anni all'inizio del programma. Un risparmio considerevole per le aziende che mettessero in atto specifici programmi di screening contro la depressione nei propri uffici. Lo studio non è esente da limiti, ma i risultati parlano di benefici economici sia per l'imprenditore sia per la società. In attesa di ulteriori studi, che i ricercatori auspicano, sugli effetti di simili programmi sul rendimento lavorativo, il bilancio non è niente male.
Marco Malagutti
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