13 maggio 2010
Aggiornamenti e focus
Se l'integratore tale non è
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Il servizio di Farmacovigilanza e fitovigilanza dell'università di Firenze e il Centro di riferimento per la fitoterapia della Regione Toscana mettono in guardia contro i rischi legati all'assunzione di integratori e prodotti vegetali di dubbia provenienza. Il centro ha comunicato che è in corso una ricerca nazionale, finanziata dal ministero della Salute con un fondo per i giovani ricercatori, che ha lo scopo di definire efficacia e sicurezza dei prodotti a base di erbe, in particolare di quelli della medicina tradizionale cinese, coordinata dal dottor Alfredo Vannacci. «In collaborazione con l'Istituto superiore di sanità - afferma Vannacci - ci siamo innanzitutto posti l'obiettivo di capire quanti pazienti utilizzino questi prodotti e quanti medici li prescrivano. In una seconda fase condurremo una serie di analisi di tipo epidemiologico, clinico e di laboratorio, che ci fornirà importanti informazioni sull'efficacia e sulla sicurezza dei prodotti a base di erbe. La ricerca avrà una durata di tre anni». Le ultime segnalazioni di integratori vegetali contaminati con farmaci, evidenzia una nota, non sono casi isolati. Il più recente è quello dell'estratto di noce contaminato con un derivato del sildenafil di origine cinese e commercializzato in tutta Italia da una ditta di Prato, ma è storia recente anche la contaminazione con sibutramina di un lassativo vegetale che è costata la squalifica al calciatore della Fiorentina Adrian Mutu.
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