Cybersesso

20 giugno 2008
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Fra i detrattori di Internet, una delle accuse ancora più frequenti è che con questo nuovo medium sia aumentato il "consumo" di pornografia.

I dati degli esperti sui cyber-sexual abuser non sono però allarmanti nella quantità: in Italia si calcola che dalle 40.000 alle 80.000 persone, il 2% degli utenti Internet, prevalentemente uomini, ma con le donne in esponenziale aumento, forse per assimilazione al mondo maschile, sono dipendenti da prodotti porno.

Commenta il fenomeno il professor Daniele La Barbera docente di Psicoterapia presso l'Università degli Studi di Palermo e presidente della Società Italiana di Psicotecnologie e Clinica dei nuovi media illustrando, innanzitutto, dal punto di vista clinico, le varie tipologie di offerta che il mercato del sesso virtuale produce e descrivendo il profilo psicologico di chi ne fa uso: "Definirei tutto questo ambito come quello dei "comportamenti sessuali tecnomediati". In questo calderone di situazioni ci sono comportamenti molto vicini alla normalità, e poi tutta una serie di altri comportamenti che, invece, possono essere a rischio di dipendenza, o diventare francamente compulsivi, cioè involontariamente obbligatori, coatti e ripetitivi. La psicologia di questi comportamenti non è unica, così come non è unica la modalità di dipendenza di comportamenti sessuali tecnomediati. Che è molto varia, perché riguarda una serie di canali sostanzialmente differenti dal punto di vista psicologico. Ci sono siti Internet che offrono materiale pornografico, raccolto a volte attraverso archivi organizzati, che contengono varie tipologie di immagini, il più delle volte con video. Ci sono siti più recenti che consentono invece di collegarsi, per esempio, con una giovane donna che si spoglia on line, con la quale è possibile comunicare. L'elemento psicologico forte che contraddistingue queste diverse maniere di consumare sesso virtuale è proprio l'interattività. Si parte dalle situazioni in cui è assente, alle situazioni in cui è molto elevata: per esempio tutte quelle dimensioni che si realizzano in chat. Qui però è opportuno fare delle precisazioni, perché una cosa è la chat a due e un'altra è la cosiddetta stanza in cui si realizzano atmosfere sessuali in gruppo. A seconda dei gusti, con livelli di gratificazione diversi. - continua La Barbera.

All'interno di queste diverse modalità ci sono casi in cui evidentemente prevale una situazione di chiusura verso il mondo esterno, di introversione, da parte della persona che consuma sesso virtuale. L'interpretazione più tradizionale attribuisce delle sfumature anche di tipo sessuofobico, cioè chi consuma sesso on line ha una fondamentale paura della relazione fisica concreta, una forte difficoltà alla relazione affettiva interumana, e preferisce canalizzare queste energie in una situazione protetta, difensiva, contraddistinta da una dimensione quasi fobica del contatto reale.

"Ma questo è vero soltanto in parte" dice lo psichiatra. "Infatti noi constatiamo situazioni di abuso e dipendenza anche in soggetti che dispongono di buone risorse relazionali e affettive, ma che sviluppano questa modalità aggiuntiva di consumo di sesso virtuale, potremmo dire, non a partire da una paura del sesso vero, ma con un atteggiamento che inizialmente è di tipo ludico. Alcuni mantengono questo aspetto sotto controllo, in altri c'è un coinvolgimento progressivo, che può portare alla compulsività con la necessità di collegarsi per un numero di ore sempre crescente, anche fino a 15 al giorno, e quotidianamente."

Cosa contraddistingue questo sexual - abuser dall'erotomane che si serve di mezzi più tradizionali come le riviste o i filmini? "E' che comunque in alcuni soggetti la possibilità di realizzare tutto questo attraverso lo strumento tecnologico rende l'esperienza più gratificante perché richiama la possibilità di un elemento di gioco, dà la sensazione cioè di giocare con uno strumento."- continua lo psichiatra.

Ma se il bisogno non può essere soddisfatto e la dipendenza interrotta bruscamente, cosa succede nella mente di questa persona? "Come in tutte le condotte di dipendenza aumentano i livelli di ansia, aumentano i livelli di tensione psichica e aumenta il nervosismo, disagio che rende già evidente la dipendenza."

E le donne? " Sono in aumento nella cyber-sexual addiction, ma anche se cercano sesso virtuale, sia pornografia maschile sia femminile, sono meno soggette a casi di dipendenza con gravi ripercussioni sul piano psicologico, mantengono uno spazio per la relazione, in rete, o comunque una dimensione di tipo affettivo o sentimentale che è il loro approccio più caratteristico. Anche sulle chat line prediligono una situazione che è più legata allo scambio affettivo, alla comunicazione sul quotidiano, alla comunicazione intima." - conclude il professor La Barbera.

Fausta Orlando



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