Se il sesso è una mission impossible

20 giugno 2008
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Se il sesso è una mission impossible



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Trattandosi di Tom Cruise e di Nicole Kidman, a prima vista è lecito dubitare delle spiegazioni fornite per la rottura: una overdose di sesso virtuale a causa della pignoleria del regista Stanley Kubrick. Giustificazione che ricorda un po' la "crudeltà mentale" di cui parlavano le cause di divorzio negli Stati Uniti quando in Italia il divorzio non esisteva e che, a molti, muoveva ilarità. Ma in questo caso? Come nasce il desiderio e come può spegnersi, anche per colpa del set? Dica33 si è rivolto al suo consulente principe in materia di sessuologia, il professor Maurizio Bossi.

Secondo Anna Rose Childress, ricercatrice americana della Pennsylvania, il desiderio sessuale è come la bramosia di droghe: nasce nei circuiti interni del cervello, i più antichi dal punto di vista evolutivo. Si sostiene oggi che la pulsione sessuale corrisponda alla "cessione del controllo a favore del cervello primitivo, rinunciando a pensare alle conseguenze". Benché sia vero che l'uomo è l'unico animale che sa di esserlo e spesso non fa niente per nasconderlo, vi sono però dei comportamenti umani che apparentemente non rientrano nelle categorie della dottoressa Childress. Agli estremi delle possibilità comportamentali sessuali troviamo infatti due situazioni (fortunatamente poco frequenti).

La prima, in cui uomini e donne possono essere proprio preda di una incontrollata "appetizione sessuale", viene definita oggi "sexual addiction", o dipendenza sessuale. E' la condizione che in passato si chiamava "ninfomania", quando riguardavala femmina con le caratteristiche dell'insaziabilità, e "satiriasi" il corrispondente al maschile. L'archetipo moderno di questo tipo è (neanche a farlo apposta) un attore: M.Douglas che, notoriamente, ha dovuto ricorrere ad una cura disintossicante.... all'uopo approntata.

Il secondo modello l'ho riscontrato in un pornoattore. Si trattava di un uomo certamente iperdotato ed un vero leone sul set ma che "non voleva portarsi a casa il lavoro". Insomma, la compagna "ufficiale" lamentava l'anoressia sessuale di lui. Il caso "pirandelliano" rappresenta bene la difficoltà di disgiungere la "maschera dal volto", che si verifica soprattutto quando si vanno a premere le leve della stanza dei bottoni (cerebrale) della nostra sessualità.

Il dubbio che anche Tom Cruise sia stato colto dalla sindrome d'identità, o meglio dalla più banale "ansia della prestazione" (che ben conoscono decine di migliaia eiaculatori precoci) è dunque forte. Che cosa sarà avvenuto nel teatrino mentale del bel Cruise? Il prof. Jannini in questi casi dice che è questione d'ormoni. La corteccia surrenale si mette a lavorare,il cortisone aumenta, l'adrenalina poi comincia a viaggiare veloce e un sistema biologico antico milioni di anni ci... protegge. Sì, perchè quando c'è stress la sessualità diventa un optional per il mammifero eretto, meglio noto come homo sapiens. "Primum vivere", dicevano gli antichi, che avevano capito tutto. Dunque stress da set fa fuggire libido e moglie anche dalla vita.

Maurizio Bossi



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