13 gennaio 2006
Aggiornamenti e focus
Felicità è un cucciolo caldo
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Secondo un'indagine dell'Eurispes del 2002, in Italia vi sono oltre 44 milioni di animali domestici, in prevalenza gatti, cani, pesci da acquario e canarini, per non parlare del sempre più dilagante fenomeno della fauna esotica casalinga. A ogni modo sembra che avere un animale, qualunque esso sia, che gira per casa, faccia bene alla salute.
Alcuni studi condotti già negli anni 80 avevano ipotizzato un legame tra il possedere un animale e alcuni effetti positivi. In particolare, si è collegata la presenza di un amico a quattro zampe con una maggiore probabilità di sopravvivenza dopo un episodio di infarto, un minor ricorso a cure mediche, un ridotto rischio di malattie cardiovascolari e un più basso rischio di asma e rinite allergiche in bambini esposti ad allergeni animali durante il primo anno di vita. Anche se studi successivi non hanno confermato tali effetti benefici del possedere un animale sullo stato di salute, ciò non vuol dire che un animale non possa migliorare la vita.
Una review pubblicata sul British Medical Journal parte, infatti, dal presupposto che salute non significhi esclusivamente assenza di malattia, ma sia un concetto più esteso che comprende anche il benessere fisico e mentale e l'integrazione sociale. Sotto questa luce, quindi, non è più così importante sapere se un animale possa, o meno, conferire benefici fisici tangibili, ma piuttosto individuare il ruolo che ha nella vita delle persone e il contributo che può dare a migliorarne la qualità. È, infatti, fuori discussione il fatto che i legami emotivi che si instaurano tra gli animali domestici e i propri padroni possono essere tanto intensi quanto quelli tra esseri umani, e che il dispiacere causato dalla morte di un cane o un gatto sia paragonabile a un lutto.
Per spiegare il contributo di un animale domestico alla salute del proprio padrone, vengono riportati tre possibili meccanismi. Il primo nega l'esistenza di un'associazione diretta, ipotizzando la presenza di alcuni fattori comuni, relativi alla personalità, all'età e allo stato economico e di salute, che influenzano sia la decisione di avere o meno un animale, sia lo stato di salute. Il secondo modello proposto riguarda l'aumento delle interazioni sociali che comporta la presenza di un animale. I contatti sociali sono, infatti, indispensabili per il benessere psico-fisico di una persona, in quanto alleviano il senso di solitudine e di emarginazione. Questo aspetto è particolarmente rilevante per gli anziani o i disabili, che rappresentano i soggetti più a rischio di isolamento sociale. Infine, viene citato il meccanismo che prevede un contributo diretto dell'animale sulla salute e il benessere del proprio padrone in seguito al rapporto che si instaura. Tale rapporto determina un supporto emotivo utile a superare episodi stressanti, e può aiutare nella convalescenza di patologie anche gravi quali un infarto, un ictus o un cancro. Inoltre, sebbene non possa sostituire l'aiuto derivante dal rapporto con le persone, il supporto dato da un animale sembra essere molto importante in alcuni momenti particolarmente difficili, come per esempio dopo un lutto.
Un articolo di commento presente sullo stesso numero del BMJ, mette in risalto anche altri aspetti che legano la presenza di un animale alla salute dell'uomo. Viene riportato, infatti, uno studio che mostra come chi possiede un cane abbia una maggiore sopravvivenza, a un anno da un episodio infartuale, rispetto a chi possiede un gatto o, al contrario non ha alcun animale domestico. Sebbene l'esercizio fisico derivante dalle passeggiate quotidiane con Fido rappresentino un fattore importante, è stato dimostrato che la maggior prospettiva di vita era legata al supporto sociale, indipendentemente dalle condizioni fisiologiche. E poi, in conclusione, che cosa pensare della particolare capacità di alcuni cani nel riconoscere una crisi epilettica o un attacco ipoglicemico nei proprio padroni, o dello straordinario contributo dei cani guida per i ciechi?
Ombretta Bandi
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Alcuni studi condotti già negli anni 80 avevano ipotizzato un legame tra il possedere un animale e alcuni effetti positivi. In particolare, si è collegata la presenza di un amico a quattro zampe con una maggiore probabilità di sopravvivenza dopo un episodio di infarto, un minor ricorso a cure mediche, un ridotto rischio di malattie cardiovascolari e un più basso rischio di asma e rinite allergiche in bambini esposti ad allergeni animali durante il primo anno di vita. Anche se studi successivi non hanno confermato tali effetti benefici del possedere un animale sullo stato di salute, ciò non vuol dire che un animale non possa migliorare la vita.
La salute migliora
Una review pubblicata sul British Medical Journal parte, infatti, dal presupposto che salute non significhi esclusivamente assenza di malattia, ma sia un concetto più esteso che comprende anche il benessere fisico e mentale e l'integrazione sociale. Sotto questa luce, quindi, non è più così importante sapere se un animale possa, o meno, conferire benefici fisici tangibili, ma piuttosto individuare il ruolo che ha nella vita delle persone e il contributo che può dare a migliorarne la qualità. È, infatti, fuori discussione il fatto che i legami emotivi che si instaurano tra gli animali domestici e i propri padroni possono essere tanto intensi quanto quelli tra esseri umani, e che il dispiacere causato dalla morte di un cane o un gatto sia paragonabile a un lutto.
Per spiegare il contributo di un animale domestico alla salute del proprio padrone, vengono riportati tre possibili meccanismi. Il primo nega l'esistenza di un'associazione diretta, ipotizzando la presenza di alcuni fattori comuni, relativi alla personalità, all'età e allo stato economico e di salute, che influenzano sia la decisione di avere o meno un animale, sia lo stato di salute. Il secondo modello proposto riguarda l'aumento delle interazioni sociali che comporta la presenza di un animale. I contatti sociali sono, infatti, indispensabili per il benessere psico-fisico di una persona, in quanto alleviano il senso di solitudine e di emarginazione. Questo aspetto è particolarmente rilevante per gli anziani o i disabili, che rappresentano i soggetti più a rischio di isolamento sociale. Infine, viene citato il meccanismo che prevede un contributo diretto dell'animale sulla salute e il benessere del proprio padrone in seguito al rapporto che si instaura. Tale rapporto determina un supporto emotivo utile a superare episodi stressanti, e può aiutare nella convalescenza di patologie anche gravi quali un infarto, un ictus o un cancro. Inoltre, sebbene non possa sostituire l'aiuto derivante dal rapporto con le persone, il supporto dato da un animale sembra essere molto importante in alcuni momenti particolarmente difficili, come per esempio dopo un lutto.
Non solo da compagnia
Un articolo di commento presente sullo stesso numero del BMJ, mette in risalto anche altri aspetti che legano la presenza di un animale alla salute dell'uomo. Viene riportato, infatti, uno studio che mostra come chi possiede un cane abbia una maggiore sopravvivenza, a un anno da un episodio infartuale, rispetto a chi possiede un gatto o, al contrario non ha alcun animale domestico. Sebbene l'esercizio fisico derivante dalle passeggiate quotidiane con Fido rappresentino un fattore importante, è stato dimostrato che la maggior prospettiva di vita era legata al supporto sociale, indipendentemente dalle condizioni fisiologiche. E poi, in conclusione, che cosa pensare della particolare capacità di alcuni cani nel riconoscere una crisi epilettica o un attacco ipoglicemico nei proprio padroni, o dello straordinario contributo dei cani guida per i ciechi?
Ombretta Bandi
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