Il corpo dà voce alla psiche...

12 dicembre 2003
Aggiornamenti e focus

Il corpo dà voce alla psiche...



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Nel 1940, in seguito a numerose osservazioni delle ripercussioni esercitate dallo stato emozionale del paziente sulle manifestazioni patologiche, inizia l'identificazione di una serie di malattie psicosomatiche. Ovvero patologie nelle quali un problema psicologico si manifesta attraverso sintomi fisici, altrimenti non spiegabili.
Vengono classificate, sotto questa nuova dicitura: ipertensione essenziale, asma, colite ulcerativa, ulcera peptica, dermatite atopica e artrite reumatoide. Più tardi la lista si allunga, con l'inserimento di acne, reazioni allergiche, condilomi, orticaria, cefalea tensiva, neurodermatiti, angina pectoris, coronaropatie, diabete mellito, mestruazioni dolorose, obesità, emicrania, ipertiroidismo, ipoglicemia.
Presto ci si accorse che quasi tutte le malattie possiedono componenti psicologiche, perché la mente può influenzare le capacità di difesa e reazione dell'organismo, anche nei confronti di agenti esterni (traumi, batteri, virus). Inoltre, i progressi in campo scientifico consentirono di evidenziare le cause biologiche di malattie prima considerate solo di natura psicosomatica.

...e la psiche si ammala con il corpo


In realtà, poi, vale anche il rapporto inverso, dal corpo alla psiche: malattie gravi e croniche possono facilmente influire sullo stato psicologico del paziente, innescando sindromi depressive che, a loro volta, peggiorano il decorso della malattia stessa.
Per uscire da questo circolo vizioso si può restringere il campo, considerando psicosomatiche quelle manifestazioni fisiche di cui i fattori psicologici sono la causa scatenante. Più precisamente, oggi, si considerano psicosomatici quei disturbi in cui la componente psicologica è misconosciuta dal paziente che, non accettando l'idea di un disturbo "mentale" si affanna nella ricerca di una malattia organica. Tuttavia, dato che questi pazienti manifestano sintomi reali, anche il medico può essere tratto in inganno e farsi intrappolare in un lungo iter di indagini diagnostiche, con esito ultimo negativo.

Si vive somatizzando
La psichiatria moderna riunisce la molteplicità delle malattie psicosomatiche sotto il termine di disturbi somatoformi, caratterizzati da sintomi fisici reali la cui gravità e durata non possono essere imputate ad una patologia oggettiva. Tra le varie sottoclassificazioni, quella su cui i clinici concordano maggiormente riguarda il disordine da somatizzazione, sicuramente il più frequente tra i disturbi somatoformi. Si diagnostica attraverso la presenza contemporanea di questi segni: insorgenza di malesseri fisici prima dei 30 anni; storia di dolori riferiti ad almeno 2 differenti apparati organici; 2 o più sintomi gastrointestinali; almeno un disturbo sessuale o dell'apparato riproduttivo; almeno un sintomo neurologico. La diagnosi è supportata dalla intensità, molteplicità e cronicità dei disturbi; dall'impossibilità di individuare un problema fisico oggettivo; dalla particolare personalità del paziente (narcisistica e marcatamente dipendente); dall'assenza di segni o sintomi di depressione endogena e da un'attitudine suicidaria superficiale e strumentalizzata.

Elisa Lucchesini



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