Bruciori poco riposanti

06 febbraio 2004
Aggiornamenti e focus

Bruciori poco riposanti



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Svegliarsi con il mal di gola, senza causa apparente, è spesso segno di un disturbo molto diffuso, il reflusso gastroesofageo. Si tratta della risalita dei succhi gastrici acidi dello stomaco verso l'esofago, un fenomeno che è dovuto a una minore tenuta dello sfintere esofageo inferiore (LES), la valvola che dovrebbe impedire questo viaggio al contrario del contenuto dello stomaco. Il bruciore alla gola, comunque, è una tra le conseguenze meno gravi di questo disturbo che, se si protrae nel tempo, può causare un'erosione della mucosa esofagea che, a differenza di quella dello stomaco, non ha meccanismi difensivi nei confronti delle sostanze acide. Anche la respirazione viene compromessa: non è interamente chiarito attraverso quali meccanismi, ma asma, tosse cronica dell'adulto e reflusso gastroesofageo sono frequentemente associati; la spiegazione più semplice è che il reflusso acido raggiunga la trachea e i bronchi, causando una reazione infiammatoria. A questo proposito si stima che più dell'80% dei pazienti con asma non allergico soffrano anche di reflusso gastroesofageo.

Specialmente la notte


Il reflusso può presentarsi durante il giorno, soprattutto dopo pasti particolarmente abbondanti, annunciato da un tipico bruciore dietro lo sterno; il fenomeno però è più frequente nelle ore notturne o, più precisamente, quando si dorme o si è in posizione sdraiata. Infatti, mentre restando in piedi la forza di gravità collabora a mantenere nello stomaco il suo contenuto, in posizione orizzontale l'aiuto viene meno e aumenta la pressione che lo sfintere esofageo inferiore deve esercitare per evitare il riflusso. Il disturbo, poi, incide negativamente sulla qualità del sonno sia perché il bruciore può indurre il risveglio sia perché possono presentarsi attacchi di tosse.
Per questo uno dei primi consigli rivolti a chi soffre di reflusso gastroesofageo è di alzare la testata del letto, così da riportare lo stomaco a un piano più basso della bocca. Usare due cuscini o mettere sotto al materasso una coperta ripiegata non è però sufficiente, in quanto questi oggetti tendono a spostarsi o ad appiattirsi riducendo l'effetto cercato. La soluzione ideale è ricorrere a un oggetto rigido (per esempio un mattone) da posizionare sotto i supporti della testata, oppure farsi costruire dal falegname un rialzo adatto alla struttura del letto.

Una terapia è necessaria


Altri rimedi non farmacologici comprendono l'abbandono di abiti, pantaloni e cinture troppo stretti, che fanno aumentare la pressione all'interno dell'addome, evitare i sonnellini post-prandiali e comunque evitare di coricarsi subito dopo la cena che, da parte sua, non dovrebbe essere troppo abbondante. Non è detto che queste precauzioni siano sufficienti, soprattutto nei casi più gravi, e allora diviene inevitabile il ricorso ai farmaci. In linea generale si impiegano sostanze che diminuiscono l'acidità delle secrezioni gastriche e, in linea teorica, dagli antiacidi da banco in su la scelta è vasta. Tuttavia è ormai dimostrato che la terapia più efficace è la somministrazione di inibitori della pompa protonica o PPI (capostipite l'omeprazolo) capaci di un'azione anti-acida superiore e più duratura rispetto anche agli H2 antagonisti (cimetidina, ranitidina). Poiché si tratta di un disturbo cronico, è possibile che il famaco debba essere mantenuto per tutta la vita. Di solito la terapia viene iniziata direttamente, senza fare test diagnostici: se i sintomi spariscono si tratta effettivamente di reflusso. Può essere necessario poi valutare lo stato della mucosa con l'endoscopia digestiva, mentre esami più sofisticati, come la misurazione del pH o la valutazione della pressione al LES, sono riservati ai casi in cui è necessario ricorrere alla chirurgia.

Maurizio Lucchinelli



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