21 marzo 2003
Aggiornamenti e focus
Il ritorno di Morfeo
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"Il buon sonno si vede dal mattino" recita un noto proverbio e gli specialisti confermano.
Lo studio Morfeo sui disturbi del sonno degli italiani, promosso dall'AIMS (Associazione Italiana Medicina del Sonno), è giunto al numero 2 e le iniziative di sensibilizzazione si moltiplicano. Sabato 22 marzo, in occasione della Terza giornata internazionale del Dormiresano, ci sarà un corso ECM in videoconferenza rivolto ai medici di medicina generale e in 6 città italiane i Centri di Medicina del sonno saranno aperti al pubblico.
Il professor Cirignotta - presidente AIMS e Direttore UO di Neurologia del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna - ha sottolineato, dati alla mano, come i disturbi del sonno siano tuttora considerati un fenomeno isolato che, agendo nella sfera notturna e privata di ciascuno, non viene associato alle manifestazioni della vita diurna. Questa considerazione spiega, in buona parte, i risultati dell'indagine epidemiologica, svolta dal 2000 nell'ambito del Progetto Morfeo. L'indagine 2002 è stata coordinata da 18 centri di Medicina del Sonno distribuiti sul territorio che, attraverso 600 medici di medicina generale, hanno raccolto i dati di 11.000 pazienti adulti. Questi i risultati:
Dormire poco o male ha importanti ripercussioni sulla vigilanza diurna, infatti:
"L'insonnia non va trascurata - continua Terzano - altrimenti cronicizza e può diventare una concausa per altre patologie più gravi, come quelle dell'apparato digerente, del sistema cardiovascolare, dell'apparato muscolo-scheletrico, del tessuto connettivo, del sistema endocrino (malattie metaboliche)."
Invece, i medici che hanno partecipato allo studio Morfeo, hanno scoperto che:
Il primo passo per curare l'insonnia, infatti, consiste nel seguire corrette regole di comportamento. I farmaci possono essere un aiuto nei casi più seri, ma non certo a tempo indefinito e nemmeno a scapito della vigilanza diurna. Occorre, invece, aiutare quel 7,3% di soggetti che si cura da solo: il 60% di questi pazienti, infatti, utilizza ipnotici da anni senza trarne alcun beneficio. L'uso cronico non può essere interrotto bruscamente, ma deve essere sospeso gradualmente con considerevoli benefici sia in termini di salute sia in termini economici.
Elisa Lucchesini
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Lo studio Morfeo sui disturbi del sonno degli italiani, promosso dall'AIMS (Associazione Italiana Medicina del Sonno), è giunto al numero 2 e le iniziative di sensibilizzazione si moltiplicano. Sabato 22 marzo, in occasione della Terza giornata internazionale del Dormiresano, ci sarà un corso ECM in videoconferenza rivolto ai medici di medicina generale e in 6 città italiane i Centri di Medicina del sonno saranno aperti al pubblico.
Il professor Cirignotta - presidente AIMS e Direttore UO di Neurologia del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna - ha sottolineato, dati alla mano, come i disturbi del sonno siano tuttora considerati un fenomeno isolato che, agendo nella sfera notturna e privata di ciascuno, non viene associato alle manifestazioni della vita diurna. Questa considerazione spiega, in buona parte, i risultati dell'indagine epidemiologica, svolta dal 2000 nell'ambito del Progetto Morfeo. L'indagine 2002 è stata coordinata da 18 centri di Medicina del Sonno distribuiti sul territorio che, attraverso 600 medici di medicina generale, hanno raccolto i dati di 11.000 pazienti adulti. Questi i risultati:
- il 67% degli insonni dichiara di soffrire d'insonnia da più di 12 mesi
- il 65,4% ne soffre più di una volta alla settimana
- il 65% degli insonni si sente spesso stanco al risveglio mattutino
- il 53,7% svolge un'attività lavorativa, in casa o fuori casa, ha un'età media di 58 anni e più della metà è di sesso femminile
Dormire poco o male ha importanti ripercussioni sulla vigilanza diurna, infatti:
- l'80% degli italiani insonni ha almeno un sintomo diurno
- il 60% si sente teso, irritato e depresso a causa della carenza di sonno
- il 46% ha difficoltà di concentrazione o di memoria
- inoltre chi ha problemi di sonnolenza diurna si assenta dal lavoro per malattia il 50% in più di chi dorme bene
- nel 6,4% dei casi l'insonnia è causata dalla depressione
- nel 24,4% dei casi dall'ansia
- nel 23,7% è dovuta a eventi stressanti
- nel 20% dei soggetti, invece, l'insonnia è primaria, cioè senza cause apparenti
"L'insonnia non va trascurata - continua Terzano - altrimenti cronicizza e può diventare una concausa per altre patologie più gravi, come quelle dell'apparato digerente, del sistema cardiovascolare, dell'apparato muscolo-scheletrico, del tessuto connettivo, del sistema endocrino (malattie metaboliche)."
Invece, i medici che hanno partecipato allo studio Morfeo, hanno scoperto che:
- il 56% degli insonni non si cura
- il 40,5% rifiuta le terapie
- il 7,3% ricorre all'automedicazione con scarso successo
Il primo passo per curare l'insonnia, infatti, consiste nel seguire corrette regole di comportamento. I farmaci possono essere un aiuto nei casi più seri, ma non certo a tempo indefinito e nemmeno a scapito della vigilanza diurna. Occorre, invece, aiutare quel 7,3% di soggetti che si cura da solo: il 60% di questi pazienti, infatti, utilizza ipnotici da anni senza trarne alcun beneficio. L'uso cronico non può essere interrotto bruscamente, ma deve essere sospeso gradualmente con considerevoli benefici sia in termini di salute sia in termini economici.
Elisa Lucchesini
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