L'anoressia nasce in famiglia

06 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

L'anoressia nasce in famiglia



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Anoressia e bulimia rappresentano un problema sociale e sanitario di grande rilevanza. Stando ai dati appena comunicati da Roberto Ostuzzi, Presidente dell'ANSiSA, le donne sarebbero le più colpite e il 20-30 per cento di loro andrebbe incontro a una cronicizzazione, ma sempre più maschi sarebbero alle prese con un problema di tipo alimentare. Le cause di un simile fenomeno sono varie e vanno dalla valorizzazione della magrezza come mezzo di affermazione sociale al mito del successo, dalle elevate richieste di performance al timore del giudizio altrui, fino alla necessità di sentirsi accettati. Un nuovo studio, appena pubblicato dagli Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine attribuisce le principali responsabilità ai genitori e ai modelli imposti dai media. Un fatto, per esempio, rilevato dalla stessa ANSiSA è che sono sempre più frequenti i casi di ragazze che hanno una madre con un disturbo alimentare, addirittura il 20% su 100 nuovi casi. Ma si tratta delle situazioni più estreme.

Quali le cause


Del resto, si sa, premette lo studio effettuato dalla scuola di Medicina di Harvard, questioni relative al peso e alla forma corporea sono piuttosto comuni tra preadolescenti e adolescenti. Ma su come si sviluppino i disturbi di tipo alimentare poco si sa, o meglio mancano studi prospettici di grandi dimensioni. Sono stati evocati nel tempo fattori di rischio più rilevanti di altri e in particolare due studi prospettici hanno identificato fattori come l'età, l'appartenenza al sesso femminile, le diete frequenti, l'ossessione della magrezza, insoddisfazione con il proprio corpo, le diagnosi di comorbidità psichiatriche e infine la pressione dei media e la storia familiare di un disturbo analogo. Ma i fattori di rischio non sono mai stati esaminati in modelli multivariati che definissero quali sono quelli indipendenti e quali si possono applicare a entrambi i sessi. Obiettivo dello studio è stato quello di dimostrare se questi fattori di rischio sono associati in modo indipendente con l'iniziare di anoressia e bulimia. Lo studio è durato sette anni nei quali sono stati esaminati 12500 tra maschi e femmine, con una leggera prevalenza femminile, di età compresa tra i 9 e i 15 anni.

Storia familiare e modelli mediatici


Nei sette anni di follow-up, il 4,3% delle femmine e il 2,3% dei maschi hanno iniziato a mangiare in modo compulsivo, mentre il 5,3% delle ragazze e lo 0,8% dei ragazzi hanno iniziato a vomitare per tenere sotto controllo il peso. In pochi hanno evidenziato entrambi i comportamenti. A ciò si aggiunge il fatto che le ragazze con meno di 14 anni, le cui madri hanno avuto una storia precedente di disordine alimentare avevano una possibilità tre volte superiore di cadere nel problema, un problema non rilevato nelle ragazze più grandi. A ciò va aggiunto il tentativo, più spiccato tra le ragazze, di somigliare a modelli televisivi, mentre i maschi sembrerebbero più sensibili al commento da parte dei genitori. Le conclusioni sono evidenti. Per cominciare le strategie di prevenzione di disturbi alimentari devono essere differenziate in base al sesso e all'età dei soggetti. Per le ragazze, così, potrebbe essere utile far sì che siano meno influenzate dai modelli veicolati dai mass media, mentre nel caso dei ragazzi, bisognerebbe aiutarli a non interiorizzare troppo i commenti che fanno i genitori sul loro peso.

Marco Malagutti



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