Grassi per pasti saltati

25 febbraio 2005
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Grassi per pasti saltati



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Apparentemente un paradosso, i bambini tendono a ingrassare quando fanno un pasto in meno e, di conseguenza, spesso uno spuntino in più. Il pasto mancante è, ovviamente, la prima colazione. Lo ha ricordato, con dovizia di prove a supporto, una conferenza stampa organizzata da Kellog's con la partecipazione dei professori Marcello Giovannini, direttore della Clinica Pediatrica dell'Università di Milano presso l'Ospedale San Paolo, e Carlo Cannella ordinario di Scienza dell'Alimentazione dell'Università la Sapienza di Roma. Il dato di partenza è stata l'alta prevalenza di bambini sovrappeso e obesi che all'età di otto anni supera il 35%. La prevalenza del sovrappeso aumenta da Nord verso Sud e con il diminuire del livello economico e di istruzione delle famiglie. E visto che di statistiche si parla, come ha ricordato Marcello Giovannini, è proprio tra i bambini obesi con problemi di peso che più spesso si salta la prima colazione. Il motivo è stato illustrato efficacemente dal professor Cannella: durante la notte l'organismo ha comunque un dispendio energetico dovuto alle attività metaboliche, quindi il bambino è in debito di energia e, saltando la prima colazione, finisce con assumere una quantità eccessiva di cibo, oltretutto meno adatto come pizze e focacce, a metà mattinata. In pratica, la prima colazione tamponando le necessità immediate consente un certo "distacco" dal cibo, e questo vale per bambini e adulti. Sì perché il punto è che se manca l'abitudine da parte dei genitori è praticamente impossibile che i figli l'assumano. Inoltre, ed è un dato più generale, è da decenni che si è dimostrato come assumere la stessa quantità di alimenti in una sola occasione oppure frazionandola in più pasti abbia risultati radicalmente diversi in termini di resa: vale per il bestiame e anche per l'uomo: mangiare solo a cena fa decisamente ingrassare di più.

Porzioni eccessive


La prima colazione, o meglio la sua mancanza, non è la sola causa dell'epidemia di obesità. "Oggi c'è una sovrabbondanza di cibo che, oltretutto, rende anche difficile stimare i consumi" spiega Cannella, e ricorda come nelle refezioni scolastiche di Roma, prima della revisione del piano dietetico cui ha partecipato lo stesso Cannella, venissero serviti ai bambini della scuola primaria 90 grammi di carne a porzione, quando ne bastano 55. "In questa situazione è normale che il bambino lasci qualcosa nel piatto".Una serie di dati che disegnano l'obesità infantile come un tema complesso, non rinchiudibile nel solo aspetto nutrizionale diretto. Lo ha confermato Marcello Giovannini, che ha ricordato come l'allattamento al seno abbia un effetto protettivo e non solo per l'elevato valore nutrizionale del latte materno: il bambino riesce in questo modo ad apprendere come autoregolarsi, molto meglio di quanto avvenga con il biberon. Inoltre, ed è un aspetto sottovalutato, la madre che non allatta tende a compensare questa sua "mancanza", compensazione che avviene il più delle volte sotto forma di razioni extra di cibo. "Una situazione che non dovrebbe nemmeno presentarsi" ha detto Giovannini, "visto che le donne che non possono allattare sono davvero pochissime".

Più informazione per tutti


Una questione complessa, dunque, che richiede un approccio completo ma che comunque trova nell'abitudine alla prima colazione un elemento importante. Prima colazione che deve comprendere 1 tazza di latte o uno yogurt 50 grammi di pane o 20 grammi di biscotti secchi o 2 cucchiai di cereali completati da frutta fresca per 150 grammi, il che significa una mela medio grande o due fette di melone, per citare esempi semplici. E' evidente che non si tratta di preparazioni complicate né di operazioni che richiedano tempo...In tutto questo Kellogg's ha preso sul serio il nuovo ruolo che anche la commissione europea affida alle aziende alimentari, e cioè non soltanto responsabilizzarsi sulla qualità del prodotto ma anche sulla comunicazione relativa al prodotto stesso . "Per questo abbiamo lanciato il progetto educazione a colazione, che coinvolgerà in prima battuta circa 7000 pediatri" ha spiegato Lucia Galluzzi." Si tratta di fornire al medico materiale di aggiornamento e approfondimento sulle tematiche nutrizionali, ma anche materiale destinato ai genitori". I quali, si spera, cominceranno a considerare la prima colazione anche per sé.

Sveva Prati



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