Testosterone per la sclerosi

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Testosterone per la sclerosi



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Gli uomini sono meno suscettibili a molte malattie autoimmuni tra cui la sclerosi multipla. I numeri forniti dall'AISM, Associazione italiana sclerosi multipla, sono inequivocabili. Gli italiani con la malattia sono 54mila, 3 milioni nel mondo e 450mila in Europa. Ogni anno in Italia si diagnosticano 1800 nuovi casi, ossia cinque al giorno. Ma in particolare la malattia insorge tra i 15 e i 50 anni, dunque in una fascia d'età tra le più attive e colpisce le donne con una frequenza di 2 a 1 rispetto agli uomini. Perché succede? Partendo da questo quesito i ricercatori della UCLA University di Los Angeles hanno ipotizzato che gli ormoni sessuali, il testosterone nella fattispecie, possano avere un ruolo. I risultati dell'indagine, pubblicata sugli Archives of Neurology sono piuttosto promettenti.

Differenze di genere


Il rapporto maschi-femmine in relazione alla malattia è maggiore prima dei vent'anni, rispetto al totale della popolazione, premettono i ricercatori. Negli uomini l'innesco della malattia è successivo, attorno ai 40 anni, proprio quando i livelli testosteronici cominciano a declinare. A questa osservazione epidemiologica si è unita l'osservazione sperimentale, effettuata su un modello animale, da cui è emerso che il trattamento con testosterone ha prodotto miglioramenti dell'encefalomielite allergica, ossia il modello animale della sclerosi multipla. E gli stessi risultati si sono riscontrati per altre malattie autoimmuni: dal lupus all'artrite reumatoide fino al diabete mellito, malattie nelle quali il sistema nervoso centrale non è il target. Il testosterone in più si è dimostrato neuroprotettivo in diversi modelli di malattie neurodegenerative. Negli uomini con Alzheimer, per esempio. Riguardo alle ragioni di un'azione neuroprotettiva del testosterone, un'ipotesi è la sua conversione in estrogeni. Ad aggiungere carne al fuoco e qualche dubbio a queste premesse, uno studio di genere, italiano fra l'altro del gruppo di ricerca del professor Pozzilli, ha evidenziato come negli uomini le lesioni da sclerosi multipla siano diverse che nelle donne. Più distruttive e meno infiammatorie.

Lo studio


Con queste premesse i ricercatori hanno voluto verificare quali fossero gli effetti del testosterone nei pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente, quella caratterizzata da aggravamenti imprevedibili durante i quali il paziente avverte nuovi sintomi o l'aggravarsi dei sintomi preesistenti. Lo studio ha riguardato 10 pazienti maschi con sclerosi multipla recidivante-remittente, che sono stati sottoposti a un pretrattamento della durata di 6 mesi, seguito da un periodo di un anno di trattamento giornaliero con 10 g di un gel contenente 100 mg di testosterone. I risultati? Un anno di trattamento con il gel di testosterone è risultato associato a un miglioramento della performance cognitiva e a un rallentamento dell'atrofia cerebrale. Negativi i risultati invece sul numero di lesioni visibili con la risonanza magnetica o sui volumi delle lesioni. Come a dire che, con tutte le dovute cautele e in considerazione del fatto che si tratta di uno studio pilota e quindi su pochi pazienti, il trattamento con testosterone è sicuro e ben tollerato e ha potenziali effetti neuroprotettivi. Si aspettano ulteriori verifiche.

Marco Malagutti



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