29 luglio 2010
Aggiornamenti e focus
L’Aids in Africa fa meno paura
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Dal continente africano, il più colpito dal virus dell'Hiv, arrivano finalmente notizie confortanti. Secondo un comunicato diramato dall'Unaids, organismo mondiale per la lotta all'Aids, in 16 dei 25 Paesi africani con il maggior tasso di casi di infezione si sta registrando una significativa inversione di tendenza. In attesa di valutare nel dettaglio i dati specifici presentati nel corso della diciottesima conferenza internazionale sulla malattia, a Vienna dal 18 al 23 luglio, le prime anticipazioni fanno ben sperare. In Kenia, per esempio, tra il 2000 e il 2005 i nuovi casi di infezione Hiv nei giovani sono drasticamente calati del 60 per cento. Paesi come Botswana, Costa d'Avorio, Etiopia, Malawi, Namibia e Zimbabwe hanno raggiunto l'obiettivo che i sistemi sanitari si erano posti nel 2001: diminuire del 25 per cento entro il 2010 la prevalenza del virus nei giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Ma che cosa ha determinato questo nuovo scenario? Semplicemente una nuova consapevolezza nell'affrontare le esperienze sessuali, che ha portato a posticipare la "prima volta", ridurre il numero dei partner e usare con maggior frequenza il preservativo. Ed è proprio al condom che si deve la netta diminuzione di nuove infezioni: in 13 Paesi dell'Africa subsahariana l'uso del preservativo è aumentato tra le donne, in 10 tra gli uomini; in Camerun, Tanzania e Uganda in entrambi i sessi. Se confermata nei prossimi anni, questa svolta clamorosa nella prevalenza dell'infezione da Hiv è destinata a migliorare una situazione che oggi è numericamente inaccettabile: circa l'80 per cento dei giovani che convivono con il virus dell'Hiv risiedono in Africa.
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