Caffè indagato per tumore prostata

Non esiste alcun legame certo tra consumo di caffè e insorgenza del carcinoma prostatico, sebbene qualche dubbio permanga. È questo quanto emerge da una vasta meta-analisi che ha valutato i risultati di dodici studi epidemiologici - otto di tipo caso-controllo e quattro di coorte - che hanno avuto come oggetto il rapporto presunto tra tazzina di caffè e tumore della prostata. Gli studi caso-controllo hanno registrato un modesto aumento dell'incidenza di tumori alla prostata nei grandi bevitori di caffè, mentre gli studi di coorte, più affidabili secondo i curatori della meta-analisi, non evidenziano l'incremento. «È questo il dato che ci dà le maggiori garanzie di affidabilità», sostiene Chang-Hae Park, del National cancer center di Goyang, nella Corea del Sud, che ha coordinato la meta-analisi. «Riteniamo, basandoci in particolare sui dati riscontrati negli studi di coorte, che non ci siano prove inoppugnabili su un rapporto negativo tra caffè e carcinoma prostatico». Il dibattito, dunque, rimane aperto. Molte ricerche hanno studiato, nel corso degli anni, il ruolo del caffè come fattore che in qualche modo influenza, sia negativamente che positivamente, la comparsa di tumori. Da un recente lavoro, per esempio, è emerso che bere caffè in grandi quantità riduce il rischio di tumori di testa-collo. Sono quindi necessari ulteriori studi per dimostrare scientificamente se il caffè rappresenti un alimento che possa concretamente interferire con l'insorgenza di tumori, alla prostata o in ogni altra parte dell'organismo.
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