27 settembre 2010
Aggiornamenti e focus
Da piccoli l’empatia inizia con lo sbadiglio
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Quando ci troviamo di fronte a qualcuno che sbadiglia ripetutamente, è difficile non farsi "contagiare" e sbadigliare a nostra volta. Perché reagiamo così, e soprattutto è un riflesso incondizionato o c'è dell'altro? Per rispondere a queste domande, alcuni ricercatori dell'università del Connecticut, negli Stati Uniti, hanno portato a termine due studi che forniscono spunti interessanti. Il primo ha coinvolto 120 bambini di età compresa tra uno e sei anni. Partendo dalla conoscenza che lo sbadiglio fa parte della vita dell'uomo già in fase uterina, i ricercatori hanno appurato che si sbadiglia per empatia con il prossimo a partire dall'età di quattro anni: fino al raggiungimento di questa età, lo sbadiglio non è condizionato da fattori esterni. Diverse invece le evidenze emerse da un successivo studio condotto su 28 bambini autistici di età compresa tra sei e quindici anni. In questa categoria di soggetti lo sbadiglio è un fattore autonomo, a dimostrazione di come chi è affetto da autismo sia meno propenso a interagire con il prossimo. Questi due studi dimostrano quindi che già dopo pochi anni di vita i bambini si riconoscono nelle persone che li circondano e ne imitano i gesti, anche inconsciamente, per stabilire un contatto; nei bambini con problemi relazionali questo desiderio è molto più debole e si manifesta in un'età più avanzata.
Child Dev. 2010 Sep-Oct;81(5):1620-31
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