Epirubicina Teva
Cos'è Epirubicina Teva (epirubicina cloridrato)
Epirubicina Teva è un farmaco a base di epirubicina cloridrato, appartenente al gruppo terapeutico Antineoplastici antibiotici citotossici. E' commercializzato in Italia da Teva Italia S.r.l. - Sede legale:
Confezioni e formulazioni di Epirubicina Teva disponibili in commercio
Selezionare una delle seguenti confezioni di Epirubicina Teva disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):
A cosa serve Epirubicina Teva e perchè si usa
- carcinoma mammario
- carcinoma gastrico
- carcinoma papillare a cellule transizionali della vescica
- carcinoma in situ
- profilassi endovescicale delle recidive del carcinoma superficiale della vescica in seguito a resezione transuretrale.
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Epirubicina Teva
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, o ad altre antracicline o antracenedioni.
- Allattamento
- mielosoppressione persistente
- insufficienza epatica grave
- insufficienza miocardica grave (compresa insufficienza del miocardio di 4° grado, attacco cardiaco acuto e precedente attacco cardiaco che abbia determinato insufficienza del miocardio di 3° e 4° grado, cardiopatie infiammatorie acute)
- infarto miocardico recente
- angina pectoris instabile
- cardiomiopatia
- aritmie gravi
- pazienti con infezioni sistemiche acute
- precedenti trattamenti con dosi cumulative massime di epirubicina cloridrato e/o altre antracline e antracenedioni (vedere il paragrafo 4.4)
- infezioni delle vie urinarie
- infiammazione della vescica
- ematuria
- tumori invasivi penetranti la vescica
- problemi di cateterizzazione
- ampio volume di urina residua
- vescica contratta
Epirubicina Teva può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
I dati relativi all'uso di epirubicina in donne in gravidanza sono in numero limitato. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Epirubicina Teva non deve essere utilizzata durante la gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna rendano necessario il trattamento con epirubicina.
Evitare l'uso di epirubicina durante il primo trimestre. I dati disponibili sull'uomo non accertano la presenza o l'assenza di gravi difetti alla nascita e aborto spontaneo correlati all'uso di eprirubicina durante il secondo e terzo trimestre.
A seguito dell'esposizione in utero all'epirubicina durante il secondo e/o terzo trimestre, sono stati riportati casi sporadici di ipocinesia ventricolare transitoria fetale e/o neonatale, aumento transitorio degli enzimi cardiaci, e morte fetale per sospetta cardiotossicità indotta da antracicline (vedere paragrafo 4.4). Monitorare il feto e/o il neonato per valutare la cardiotossicità ed eseguire test coerenti con gli standard di cure.
Allattamento
Non è noto se l'epirubicina venga escreta nel latte materno. Dato che molti medicinali, incluse altre antracicline, vengono escreti nel latte umano e date le potenziali reazioni avverse gravi da epirubicina nei neonati allattati al seno, le madri devono essere informate della necessità di interrompere l'allattamento durante il trattamento con epirubicina e per almeno 7 giorni dopo l'ultima dose.
Fertilità
L'epirubicina può indurre un danno cromosomale negli spermatozoi umani. Gli uomini sottoposti a trattamento con epirubicina devono chiedere consiglio sulla conservazione dello sperma, data la possibilità di infertilità irreversibile, causata dalla terapia.
L'epirubicina può causare amenorrea o menopausa precoce in donne in premenopausa.
Donne in età fertile/Contraccezione per uomini e donne
Le donne in età fertile devono essere avvisate di evitare una gravidanza durante il trattamento e di usare metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento e per almeno 6,5 mesi dopo l'ultima dose.
Gli uomini in trattamento con epirubicina devono essere avvisati di utilizzare un metodo contraccettivo efficace durante il trattamento e per almeno 3,5 mesi dopo l'ultima dose.
Patologie correlate:
- Leucemia
Tumori del sangue che colpiscono il midollo osseo, caratterizzati dalla proliferazione maligna delle cellule del sangue o dei loro precursori. - Linfoma di Hodgkin
Tumore del tessuto linfatico che si localizza nei linfonodi, nella milza, nel fegato e nel midollo osseo. Il linfoma di Hodgkin si caratterizza rispetto agli altri linfomi per una prognosi generalmente favorevole e per la presenza di un particolare tipo di cellula tumorale definita cellula di Reed-S - Tumore del colon
Tumore che origina dalla mucosa del colon. Si tratta di solito di un adenocarcinoma, inizialmente presente come piccola sporgenza sul rivestimento interno del grosso intestino e che successivamente può invadere la parete, i linfonodi e gli organi circostanti. - Tumore del fegato
Tumore maligno che interessa il fegato, sia per origine dalle stesse cellule epatiche e sia colonizzando l'organo a seguito di tumori che si sviluppano in altre zone dell'organismo. L'unico intervento risolutivo è l'asportazione chirurgica del tumore o dell'intero organo - Tumore del polmone
Il carcinoma del polmone è la neoplasia con il maggior tasso di incidenza e di mortalità nel mondo Vengono colpiti prevalentemente soggetti di età superiore a 50 anni che abbiano fatto uso di tabacco - Tumore della mammella
Un comportamento attento agli stili di vita salutari e pochi esami di controllo sono la base della prevenzione di questa malattia, per ridurre il proprio rischio di ammalarsi o di andare incontro a una ricaduta - Tumore della vescica
Tumore che ha origine dalle cellule che rivestono la cavità della vescica, organo deputato alla raccolta dell'urina prodotta dei reni. - Tumore dello stomaco
Tumore maligno causato dalla proliferazione incontrollata della cellule ghiandolari del tessuto di rivestimento dello stomaco (adenocarcinoma gastrico). - Tumore dell'ovaio
Il tumore dell'ovaio, generalmente si sviluppa a partire dalle cellule epiteliali che rivestono superficialmente l'organo. Forme più rare possono avere origine dalle cellule germinali (che producono gli ovuli) e stromali (il tessuto di sostegno dell'ovaio).
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico
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