Richiesta parere sui geloni

03 marzo 2009

Richiesta parere sui geloni


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28 febbraio 2009

Richiesta parere sui geloni

Desidero chiederLe un parere in merito ad un mio problema dermatologico. Mi chiamo Katia ho 38 anni, da circa 5 anni, data in cui mi sono trasferita in Puglia, soffro di una strana forma di geloni: si presentano inizialmente come noduli sottocutanei incolore sulle dita delle mani e diventano, dopo qualche giorno, dei grappoli rosso-violacei di consistenza semi-dura, pruriginosi e molto dolorosi, soprattutto all’urto. Di notte, al caldo, ho la sensazione che le mani “pulsino” e debbano “esplodere” per il gonfiore; poi, al risveglio, sento un forte formicolio, come se fossero addormentate e devo muoverle energicamente prima di riacquistare la completa sensibilità. Durante il giorno, quando sono all’esterno, pur proteggendole sempre le mani dal freddo con l’uso dei guanti, le sento quasi congelate e molto dolenti. Tali fenomeni persistono sia in inverno che in estate, anche se nei mesi caldi si manifestano in forma più lieve. Ho letto molte notizie mediche sui geloni, e per quanto descritto fino qui devo dire che la manifestazione sulle mie mani coincide con quanto letto. Tuttavia, c’è uno strano fenomeno che non identifico con la suddetta patologia: tutte le volte che mi allontano dal paese nel quale risiedo, anche per pochi giorni (quattro o cinque), i geloni scompaiono progressivamente e completamente. Dapprima si sgonfiano come dei palloncini vuoti, poi il rossore si schiarisce e contemporaneamente scompare il dolore. Resta solamente una lieve colorazione violacea che scompare solo in estate, al sole. Ciò avviene anche se mi reco in zone a clima più rigido e freddo (ad esempio quando vado in montagna a contatto con la neve). Ho consultato diversi dermatologi, allergologi e reumatologi, i quali hanno diagnosticato “ematoma pernio”, prescrivendomi diversi farmaci: creme a base di cortisone, compresse per la circolazione sanguigna e creme specifiche per geloni. All’oggi non ho ancora risolto il problema. Sono arrivata a pensare che si tratta di una qualche forma di allergia a taluna sostanza presente nella zona in cui vivo (materiale col quale vengono edificate le case, piante che nascono prevalentemente qui, ecc. ): abito in Puglia, in un paese ubicato al di sotto del livello del mare, con un clima molto umido, vicinissimo (circa 20 Km) al locale stabilimento ILVA di Taranto (una delle città con altissimo livello di diossina in Italia). Per quanto sopra, Le chiedo gentilmente, una sua opinione in merito. La saluto cordialmente.

Risposta del 03 marzo 2009

Risposta a cura di:
Dott. GIOVANNI SPORTELLI


L'eritema pernio spesso risulta una patologia banale e transitoria, ma a volte costituisce la spia di altre malattie. Pertanto bisogna considerare, oltre al freddo che rappresenta la causa più evidente, anche altri fattori eziologici, tra cui le patologie autoimmunitarie. E' conveniente escludere almeno le forme più frequenti, eseguendo alcuni esami di laboratorio (Elettroforesi delle proteine sieriche, crioglobulinemia, emocromo con formula, piastrinemia, VES, Fattori del Complemento, RA-test, ANA, anticorpi antitiroide, sierologia dell' Epatite C). Questi esami andrebbero ripetuti almeno due volte, se negativi, a distanza di qualche mese. Quanto ai fattori promuoventi e scatenanti, il freddo è al primo posto (e quindi evitato accuratamente con la protezione delle estremita'), segue l'umidità ambientale, che costituisce pure un fattore importante. Quindi le condizioni climatiche influiscono moltissimo, come ha avuto modo di constatare. Quanto all'inquinamento ambientale, non mi sentirei di escludere che alcuni allergeni possano agire da fattori causali, visto che alla base di questa patologia può esserci una disfunzione del sistema immunitario. Il trattamento è più efficace se iniziato precocemente, prima dell'arrivo del freddo.
Cordiali saluti

Dott. Giovanni Sportelli
Specialista attività privata
Specialista in Dermatologia e venereologia
GROTTAGLIE (TA)



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