20 maggio 2011
Aggiornamenti e focus, Speciale Mal di testa
Se l’emicrania è dovuta a depressione
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La prossima settimana a Stresa il congresso internazionale del Besta "Focus on headaches: update and upcoming developments" dedica un'intera sessione alla "migraine depression", l'alterazione dell'umore che si riscontra spesso nei pazienti emicranici e con la quale lo specialista neurologo, ma anche il medico di medicina generale, devono imparare a fare i conti.
Emicrania e depressione sono due entità distinte che condividono un mediatore biochimico (la serotonina) e proprio le alterazioni di questo neurotrasmettitore potrebbero rappresentare un punto d'incontro tra le due patologie. «Un'evenienza che si verifica nell'80% dei pazienti affetti da una delle varie cefalee croniche quotidiane» conferma Gennaro Bussone, direttore del dipartimento di Neuroscienze cliniche dell'Istituto neurologico Carlo Besta di Milano e presidente del congresso. L'emicrania cronica è una delle forme più invalidanti e può indurre il paziente all'abuso di analgesici, peggiorando il suo stato doloroso e di conseguenza l'umore. «Se nei pazienti con emicrania episodica, che poi evolve in emicrania cronica manca un adeguato supporto medico è forte il rischio di un ricorso eccessivo e inefficace all'autocura» spiega Bussone «con l'unico risultato di peggiorare il quadro di cronicizzazione». In questi casi il medico di medicina generale o il neurologo possono intervenire per aggiustare la terapia e stabilizzare la sintomatologia. Ed è in questa fase che si può individuare, con un'anamnesi approfondita, l'eventuale presenza di una sofferenza psicologica. Sofferenza che, a seconda della gravità, potrà essere gestita dal neurologo o avviata al consulente psichiatra.
Altre volte invece la cefalea è solo il sintomo più evidente di un disturbo ansioso/depressivo sottostante, e funge da campanello d'allarme. In questo caso è l'umore che scatena il mal di testa. E d'altra parte non è difficile comprendere come una persona ansiosa, o tendente all'umore depresso, che soffre di cefalea, viva con maggior stress la comparsa delle crisi. Lo stress e le condizioni che lo generano, come conflitti, delusioni e insicurezze, scatenano la crisi che a sua volta acuisce lo stress aumentando la frequenza e la gravità degli attacchi. Quale che sia il quadro specifico del singolo paziente, curare il sintomo psichiatrico indubbiamente migliora anche la cefalea: non la fa scomparire ma la riporta sotto controllo. «Per entrambe le patologie» conferma Bussone «esistono farmaci specifici ed efficaci e, quando necessario, le terapie farmacologiche possono convivere, sotto la guida esperta dello specialista». Il ricorso allo psichiatra, quando necessario, non va quindi rimandato, pena la cronicizzazione di entrambe le patologie, eventualità che le renderebbe più difficili da curare.
di Elisabetta Lucchesini
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