Caso Jolie, gli esperti: mastectomia per prevenire il tumore è un'opzione

15 maggio 2013
Aggiornamenti e focus, Speciale tumore al seno

Caso Jolie, gli esperti: mastectomia per prevenire il tumore è un'opzione



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Sta facendo discutere la scelta fatta dalla nota attrice Angelina Jolie, di sottoporsi a una duplice mastectomia preventiva per ridurre il rischio di cancro al seno. Un rischio ereditato in quanto associato alla presenza nel genoma di mutazioni al gene Brca1 o Brca2, che però, dicono gli esperti, interesserebbe un numero abbastanza limitato di donne, e non tutti sono d'accordo sull'efficacia di questa opzione.


«Casi come il suo riguardano meno del 10% delle pazienti che affrontano un tumore del seno» ha sottolineato, infatti, Riccardo Masetti, direttore del Centro di senologia del Policlinico Gemelli di Roma, commentando la decisione dell'attrice «si tratta di quelle donne che hanno una forte familiarità e che, sottoponendosi a un test genetico, scoprono di avere delle mutazioni al gene Brca1 o Brca2». Quando si riscontrano queste anomalie in questi geni, ha spiegato l'esperto, il rischio di sviluppo di un tumore del seno aumenta fino all'80%. «In questi casi» ha precisato Egidio Riggio, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica e microchirurgia presso l'Istituto nazionale tumori di Milano «si parla di tumori ereditari e il rischio interessa la mammella e l'ovaio pertanto si dovrebbe affrontare anche un'annessiectomia, ovvero l'asportazione delle ovaie». Ma c'è anche un invito alla cautela che arriva da Umberto Veronesi,direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo): «È sicuramente una situazione complessa, e il discorso è diverso per ogni singola donna. Però, se la condizione di rischio per il tumore non genera un'ansia eccessiva, e non trasforma quindi la vita di tutti i giorni in una non-vita, allora obiettivamente ci sono più vantaggi a fare controlli ogni sei mesi, e scoprire l'eventuale tumore in epoca precocissima, quando le possibilità di guarigione sono del 98%». Il professore ha inoltre ricordato che, nonostante tutto, «la mastectomia radicale non annulla completamente il rischio di tumore, che rimane intorno al 5% anche dopo l'intervento di rimozione». Della stessa opinione Riggio, che ha ricordato che «per le donne a rischio ereditario, la chirurgia preventiva non deve rappresentare una scelta obbligata ma va serenamente ponderata rispetto alla decisione di eseguire per tutta la durata della vita, uno stretto monitoraggio strumentale degli organi a rischio. È doveroso precisare che il percorso che conduce a un intervento profilattico al seno è basato su indagini genetiche e test ematici, e non solo sulla storia familiare di una madre o di una sorella con carcinoma mammario».



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