12 febbraio 2020
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione
Nella depressione post-partum contano anche le stagioni
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Il rischio di depressione post-partum è più basso se il parto avviene in primavera o in inverno. È quanto emerge da uno studio coordinato da Jie Zhou, del Brigham & women's hospital di Boston e recentemente presentato nel corso del congresso annuale della American society of anesthesiologists. «Almeno il 10 per cento delle donne soffre di depressione o ansia dopo aver partorito, con sintomi che vanno dalla stanchezza alla difficoltà di concentrazione, passando per tristezza e agitazione» spiegano gli autori ricordando che, se non trattata, questa condizione può avere un impatto negativo importante sul rapporto madre-figlio e anche sull'intera famiglia.
Per cercare di individuare i fattori che determinano l'insorgenza della depressione post-partum e aiutare di conseguenza le donne a evitarli per vivere al meglio la nascita del proprio figlio, Zhou e colleghi hanno rivisto i dati clinici relativi a oltre 20mila donne che hanno partorito tra giugno 2015 e agosto 2017, 817 delle quali hanno sviluppato depressione post-partum. Dall'analisi è emerso che la stagione nella quale si partorisce può avere un'influenza sul rischio di sviluppare depressione, con un rischio più basso se il parto si verifica in inverno o primavera. La ragione potrebbe essere la maggiore possibilità di essere impegnate in attività all'aperto con il proprio bambino e di godersi la bella stagione in arrivo.
Vedi anche: Rischio depressione negli adolescenti: individuato da un esame del sangue
«Abbiamo notato che anche altri fattori possono giocare un ruolo. Per esempio maggiore è l'età gestazionale, ovvero le settimane di gravidanza, minore è il rischio di depressione, probabilmente perché la mamma ha più tempo di prepararsi al suo nuovo ruolo» dicono i ricercatori, precisando che anche l'indice di massa corporea elevato aumenta il rischio di depressione poiché causa un aumento delle complicazioni legate al parto. «Infine anche l'anestesia epidurale potrebbe influenzare lo sviluppo futuro di depressione nella neo-mamma: chi non la richiede potrebbe rimanere in un certo senso "traumatizzata" dal parto, aumentando così il rischio di depressione legata all'esperienza» conclude Zhou.
Costa solo 10 sterline scoprire se, subito dopo la nascita del bebè, la mamma sarà colpita dalla depressione post-parto. Il primo test per prevenire questo diffusissimo disturbo è stato sviluppato dai medici del Regno Unito: «Se si identificano in tempo le donne a rischio» ha detto Dimitris Grammatopoulos, capo della ricerca alla University hospitals coventry, l'istituto che ha messo a punto il test, «si può prevenire o addirittura fermare lo sviluppo della depressione». Si tratta di una semplice analisi del sangue compiuta sulle madri ancora in gravidanza. Nel Regno Unito ogni anno circa 90mila donne (una su sette gestanti) sviluppano la depressione post-natale nei primi tre mesi dopo la nascita del neonato, con conseguenze a volte drammatiche, dal suicidio all'infanticidio. Per questo i ricercatori sperano che il test possa essere presto introdotto dal servizio sanitario pubblico.
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Per cercare di individuare i fattori che determinano l'insorgenza della depressione post-partum e aiutare di conseguenza le donne a evitarli per vivere al meglio la nascita del proprio figlio, Zhou e colleghi hanno rivisto i dati clinici relativi a oltre 20mila donne che hanno partorito tra giugno 2015 e agosto 2017, 817 delle quali hanno sviluppato depressione post-partum. Dall'analisi è emerso che la stagione nella quale si partorisce può avere un'influenza sul rischio di sviluppare depressione, con un rischio più basso se il parto si verifica in inverno o primavera. La ragione potrebbe essere la maggiore possibilità di essere impegnate in attività all'aperto con il proprio bambino e di godersi la bella stagione in arrivo.
Vedi anche: Rischio depressione negli adolescenti: individuato da un esame del sangue
«Abbiamo notato che anche altri fattori possono giocare un ruolo. Per esempio maggiore è l'età gestazionale, ovvero le settimane di gravidanza, minore è il rischio di depressione, probabilmente perché la mamma ha più tempo di prepararsi al suo nuovo ruolo» dicono i ricercatori, precisando che anche l'indice di massa corporea elevato aumenta il rischio di depressione poiché causa un aumento delle complicazioni legate al parto. «Infine anche l'anestesia epidurale potrebbe influenzare lo sviluppo futuro di depressione nella neo-mamma: chi non la richiede potrebbe rimanere in un certo senso "traumatizzata" dal parto, aumentando così il rischio di depressione legata all'esperienza» conclude Zhou.
Un'analisi del sangue per prevenire la depressione post-parto
Costa solo 10 sterline scoprire se, subito dopo la nascita del bebè, la mamma sarà colpita dalla depressione post-parto. Il primo test per prevenire questo diffusissimo disturbo è stato sviluppato dai medici del Regno Unito: «Se si identificano in tempo le donne a rischio» ha detto Dimitris Grammatopoulos, capo della ricerca alla University hospitals coventry, l'istituto che ha messo a punto il test, «si può prevenire o addirittura fermare lo sviluppo della depressione». Si tratta di una semplice analisi del sangue compiuta sulle madri ancora in gravidanza. Nel Regno Unito ogni anno circa 90mila donne (una su sette gestanti) sviluppano la depressione post-natale nei primi tre mesi dopo la nascita del neonato, con conseguenze a volte drammatiche, dal suicidio all'infanticidio. Per questo i ricercatori sperano che il test possa essere presto introdotto dal servizio sanitario pubblico.
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