18 febbraio 2014
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione
Rischio depressione negli adolescenti: individuato da un esame del sangue
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Riuscire a prevedere il rischio di depressione negli adolescenti così come già è possibile determinare il rischio di problemi cardiaci? Fino ad oggi sembrava impossibile, ma i ricercatori dell'Università di Cambridge, nel Regno Unito, hanno compiuto - come loro stessi affermano - un primo passo verso questo ambizioso traguardo.
È oggi chiaro che teenagers e giovani adulti vivono un periodo davvero critico per la salute mentale, e lo dimostra il fatto che il 75 per cento dei disturbi compare prima dei 24 anni di età, ma è altrettanto chiaro che non è affatto semplice riuscire a capire in anticipo e in modo certo quali ragazzi corrono più rischi di arrivare a alla cosiddetta depressione clinica. Non si parla solo di un sentimento di tristezza e di malumore passeggero, ma di una vera e propria malattia che può essere affrontata solo con strategie mirate e con l'aiuto di esperti.
«La depressione è un disturbo terribile che, solo nel Regno Unito, colpisce circa 10 milioni di persone» afferma Ian Goodyer, uno degli autori del lavoro «ma grazie ai risultati ottenuti abbiamo nelle nostre mani un metodo - anche se non ancora pronto per la clinica - per scoprire quali teenagers sono ad alto rischio depressione». E questo, come spiega il ricercatore, permette di impostare al meglio strategie di prevenzione e cura.
Ed ecco in pratica di cosa si tratta. Si misurano nei ragazzi i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, e poi si utilizzano specifici questionari per valutare l'umore: i ragazzi con alti livelli di cortisolo e che rispondono alle domande mettendo in luce un umore depresso sono più a rischio di sviluppare depressione clinica rispetto a quelli che mostrano solo una delle due caratteristiche. I dati pubblicati sulla rivista Pnas parlano chiaro: il rischio sale di ben 14 volte rispetto ai teenager con bassi livelli di ormone dello stress e risposte che non fanno pensare a umore depresso.
Ma come spesso accade, anche in questo caso non c'è vera parità tra i sessi: il test funziona infatti per i ragazzi, mentre per le ragazze non sembra essere valido. Colpa forse del fatto che le donne hanno in media livelli più alti di cortisolo, che le rende più a rischio di depressione, ma soprattutto del fatto che la depressione non ha quasi mai un'unica causa. Lo spiega in poche parole Sam Challis, dell'organizzazione Mind per la salute mentale: «Gli autori dello studio affermano di aver trovato un biomarcatore che indica il rischio di depressione, ma non bisogna mai dimenticare che la realtà è molto complessa: le vicende della vita, ma anche le caratteristiche genetiche, la dieta e gli effetti collaterali di alcuni farmaci giocano un ruolo fondamentale».
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