10 agosto 2018
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Diarrea del viaggiatore, che fare
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La diarrea del viaggiatore è uno sgradevole disturbo che si manifesta generalmente nei primi giorni di soggiorno e che può colpire gran parte di coloro che si recano in aree geografiche del clima caldo e in cui le condizioni igienico-sanitarie sono scarse. Quelle a maggiore rischio sono l'Africa (a esclusione del Sudafrica), l'India e il Sud-est asiatico, l'America Centrale e parte dell'America Latina.
Tra i microrganismi responsabili, l'Escherichia coli è l'agente patogeno più comune. Il batterio è ospite fisso dell'intestino, ma presenta con una gran quantità di varianti. Di queste, l'Escherichia coli enterotossigeno (ETEC) è il ceppo responsabile di oltre il 50% della sindrome diarroica. La principale fonte di contagio è l'ingestione di acqua o alimenti contaminati con residui fecali depositati soprattutto da mosche e altri insetti.
Il sintomo classico è la diarrea (almeno tre scariche al giorno) con feci liquide o pastose, a cui si possono associare, crampi addominali, nausea, vomito, febbre e un senso diffuso di malessere. Il più delle volte la malattia si risolve spontaneamente in pochi giorni (2 o 3 o anche di più), ma è importante evitare la disidratazione mantenendo costante fin dall'inizio l'assunzione di liquidi, a cominciare dall'acqua (per ristabilire l'equilibrio idrosalino è possibile assumere anche una soluzione reidratante reperibile in farmacia). Inoltre, nelle prime 24 ore è meglio stare a digiuno, mentre dal secondo giorno si può ricominciare ad alimentarsi. La dieta ideale per favorire la guarigione include cibi facilmente digeribili come riso bollito, carni bianche, carote e patate lesse, mele, banane.
Una soluzione molto efficace per ripristinare in tempi rapidi la normale flora batterica intestinale alterata dalla diarrea del viaggiatore prevede l'assunzione di probiotici, in particolare lieviti e lattobacilli.
Qualora queste misure da sole non fossero sufficientemente efficaci per il controllo della diarrea, si possono associare farmaci come la loperamide (controindicata per i bambini sotto i 12 anni d'età) e il racecadotril (somministrabile già a partire dai 3 mesi di vita), che agiscono rallentando i movimenti dell'intestino.
Gli antibiotici potrebbero rivelarsi utili per velocizzare la guarigione in caso di sintomi importanti e/o protratti nel tempo. Prima di affrontare un viaggio a rischio, chiedere consiglio al proprio medico sull'opportunità o meno di metterli in valigia.
Come difendersi
La prevenzione si basa sul rispetto di semplici regole.
Claudio Buono
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Qual è la causa
Tra i microrganismi responsabili, l'Escherichia coli è l'agente patogeno più comune. Il batterio è ospite fisso dell'intestino, ma presenta con una gran quantità di varianti. Di queste, l'Escherichia coli enterotossigeno (ETEC) è il ceppo responsabile di oltre il 50% della sindrome diarroica. La principale fonte di contagio è l'ingestione di acqua o alimenti contaminati con residui fecali depositati soprattutto da mosche e altri insetti.
Come riconoscerla e cosa fare
Il sintomo classico è la diarrea (almeno tre scariche al giorno) con feci liquide o pastose, a cui si possono associare, crampi addominali, nausea, vomito, febbre e un senso diffuso di malessere. Il più delle volte la malattia si risolve spontaneamente in pochi giorni (2 o 3 o anche di più), ma è importante evitare la disidratazione mantenendo costante fin dall'inizio l'assunzione di liquidi, a cominciare dall'acqua (per ristabilire l'equilibrio idrosalino è possibile assumere anche una soluzione reidratante reperibile in farmacia). Inoltre, nelle prime 24 ore è meglio stare a digiuno, mentre dal secondo giorno si può ricominciare ad alimentarsi. La dieta ideale per favorire la guarigione include cibi facilmente digeribili come riso bollito, carni bianche, carote e patate lesse, mele, banane.
Una soluzione molto efficace per ripristinare in tempi rapidi la normale flora batterica intestinale alterata dalla diarrea del viaggiatore prevede l'assunzione di probiotici, in particolare lieviti e lattobacilli.
Qualora queste misure da sole non fossero sufficientemente efficaci per il controllo della diarrea, si possono associare farmaci come la loperamide (controindicata per i bambini sotto i 12 anni d'età) e il racecadotril (somministrabile già a partire dai 3 mesi di vita), che agiscono rallentando i movimenti dell'intestino.
Gli antibiotici potrebbero rivelarsi utili per velocizzare la guarigione in caso di sintomi importanti e/o protratti nel tempo. Prima di affrontare un viaggio a rischio, chiedere consiglio al proprio medico sull'opportunità o meno di metterli in valigia.
Come difendersi
La prevenzione si basa sul rispetto di semplici regole.
- Evitare l'acqua o altre bevande che non siano confezionate, limitandosi quindi al contenuto di bottiglie sigillate.
- Consumare esclusivamente alimenti cotti, assicurandosi che vengano serviti ancora caldi. I cibi già cucinati ma tenuti fuori dal frigorifero in attesa di essere serviti, possono essere fonte di infezione.
- Se si vuole mangiare frutta, è sempre meglio sbucciarla prima del consumo.
- Evitare sorbetti o ghiaccioli non confezionati, così come i cubetti di ghiaccio, in quanto potrebbero essere stati preparati con acqua infetta.
- Non acquistare alimenti o bevande da venditori ambulanti e diffidare di specialità locali di cui non si conoscono gli ingredienti.
Claudio Buono
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