Alitosi: alla scoperta delle cause
Alitosi: le cause
Il ventaglio di cause è molto ampio. Innanzitutto, stili di vita poco sani come il consumo di alcol, il fumo, l'assunzione di farmaci (antidepressivi, antibiotici, antipertensivi, diuretici), la bocca disidrata. Poi, l'alimentazione. È noto che alcuni cibi (aglio e cipolla) contribuiscono ad appesantire l'alito in fase di digestione così come lo zucchero quando è assunto in abbondanza e i latticini. Si tratta infatti di alimenti che giocano un ruolo determinante nello sviluppo di colonie di batteri nella bocca. Ma pure le diete non equilibrate, soprattutto quelle iperproteiche - o il digiuno - possono essere responsabili dell'alitosi. Ci sono infine specifiche patologie che possono dare luogo all'alitosi. In particolare, ne riportiamo qui solo alcune:
Tonsillite
Infezioni locali come la candida
Diverticoli esofagei
Malattie epatiche
Pulpite
Processo digestivo lento
Bronchite (la produzione di muco produce alitosi).
Alitosi: quando la causa è l’igiene orale
La ricca flora batterica anaerobica presente nel cavo orale può riprodursi e accumularsi in modo anomalo e dare origine a un alito cattivo. Questo processo si innesta in seguito alla formazione della placca che può arrivare al sanguinamento delle gengive, particolarmente interessante per i batteri che lo sfruttano, producendo gas maleodoranti. Ecco perché tra le cause più frequenti di alitosi possiamo individuare lo stato di salute della bocca: igiene orale non corretta e saltuaria (comprensiva della lingua), problemi gengivali o periodontali, ma pure campanello d'allarme di carie non trattate. Per eliminare la placca è sufficiente utilizzare tutti gli strumenti "casalinghi", Quando invece si è già nella fase successiva - formazione del tartaro - è necessaria una seduta di igiene orale.
Alitosi: come curarla
Il trattamento dell'alitosi è semplice quando il problema non persiste nel tempo. Per esempio eliminando dalla tavola alcuni cibi, riducendo le cattive abitudini legate ad alcolici e sigarette, aumentando l'idratazione, rispettando un'igiene orale costante (sempre dopo i pasti) e accurata con filo interdentale, scovolino, collutorio. Sono consigliate anche sedute di igiene dentale dal dentista con pulizia della lingua a cadenza annuale (nei casi di tartaro insistente, il professionista potrebbe suggerire un richiamo semestrale). È utile mantenere il cavo orale sempre idratato, bevendo molta acqua: si contribuisce a tenere puliti denti e bocca e a ridurre la presenza di batteri. Anche masticare gomme senza zucchero può interferire positivamente sulla produzione di saliva. Quando invece il sintomo si protrae nel tempo e non si riduce con l'introduzione di nuove abitudini e una corretta igiene orale, è necessario il consulto dello specialista per individuare le cause, attraverso analisi specifiche.
Carla De Meo
Bibliografia
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