15 novembre 2022
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Alzheimer: basterà una goccia di sangue per la diagnosi?
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Una nuova tecnologia di biorilevamento, descritta in uno studio pubblicato su Alzheimer's Research & Therapy, si è mostrata in grado di rilevare in un modello murino della malattia di Alzheimer gli esosomi leganti la beta-amiloide nel sangue, che aumentano man mano che questa si accumula nel cervello. «L'Alzheimer può essere diagnosticato in modo definitivo solo mediante l'esame diretto del cervello, che ovviamente è eseguibile solo post-mortem. L'accumulo di beta-amiloide nel cervello può essere misurato mediante test del liquido cerebrospinale, o mediante tomografia a emissione di positroni, ma il primo è un test estremamente invasivo che non può essere ripetuto, e il secondo è piuttosto costoso» afferma Kohei Yuyama, della Hokkaido University, che ha diretto il gruppo di lavoro.
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Per questo motivo, sarebbe ideale un test diagnostico per l'Alzheimer economico, accurato e ampiamente disponibile. Un lavoro precedente del gruppo di Yuyama aveva dimostrato che l'accumulo di beta-amiloide nel cervello è associato agli esosomi, vescicole secrete da diversi tipi di cellule. Quelli che derivano dai neuroni legano la proteina beta-amiloide e la trasportano alle cellule gliali del cervello per la degradazione.
I ricercatori hanno adattato il Digital Invasive Cleavage Assay (Digital ICATM) già esistente per quantificare la concentrazione di esosomi leganti la beta-amiloide in soli 100 µl di sangue. Il dispositivo che hanno sviluppato intrappola molecole e particelle presenti in un campione in un milione di pozzetti microscopici di dimensioni micrometriche su un chip di misurazione, e rileva la presenza o l'assenza di segnali fluorescenti emessi dalla scissione degli esosomi leganti la beta-amiloide.
Sono attualmente in corso sperimentazioni cliniche di questa tecnologia sugli esseri umani. «Questa tecnologia idICA altamente sensibile è la prima applicazione di ICA che consente il rilevamento altamente sensibile di esosomi che trattengono specifiche molecole di superficie da una piccola quantità di sangue senza la necessità di apprendere tecniche speciali. Poiché essa è applicabile ai biomarcatori esosomici in generale, potrebbe anche essere adattata per l'uso nella diagnosi di altre malattie» concludono gli autori.
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