08 aprile 2005
Aggiornamenti e focus
Un drink per scongiurare il diabete
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Se è vero che molte cose prese in piccole quantità fanno bene, è ancora più vero per l'alcool, il cui abuso è deleterio, ma in dosi piccole e controllate ha effetti protettivi sulla salute umana. Già precedentemente e ampiamente riportato da molti studi epidemiologici e non, l'alcool bevuto con moderazione abbassa l'incidenza di infarti nella popolazione.Ancora una volta, e in questo caso sono i ricercatori del progetto Diabetes and Obesity Research Program a dirlo, si riconfermano i benefici che oltre i fattori di rischio cardiovascolare riguardano anche i parametri del diabete.In entrambi i casi è stato osservato un miglioramento nella fase postprandiale, dopo aver assunto insieme al pasto 15 grammi di alcool, che corrispondono a circa un bicchiere o un bicchiere e mezzo di bevanda alcolica.
Solitamente, nei precedenti studi fatti in merito, emergeva che le persone che bevono con moderazione hanno buoni livelli di grassi nel sangue, migliore sensibilità insulinica, bassa quantità di grasso addominale rispetto a chi non beve affatto o beve senza limitazioni.La popolazione scelta per questa analisi era particolare, si trattava di 20 donne in post-menopausa e le misurazioni venivano eseguite nelle sei ore successive al pasto. C'era anche una distinzione sul tipo di alimentazione: ogni paziente consumava, nelle 4 sedute previste, pasti che potevano essere ricchi o poveri di carboidrati ma sempre ad alto tenore di grassi, con o senza alcool. Ogni volta venivano misurati i livelli di glucosio (glicemia), di insulina, di proteina C-reattiva e di adiponectina. Il consumo di alcool in effetti condizionava i livelli di glucosio e di insulina e di proteina C-reattiva mantenendoli bassi se il pasto era stato a basso contenuto di carboidrati, ma soltanto nei soggetti insulino-sensibili. Non c'erano invece variazioni se il pasto era ricco di carboidrati o se le pazienti erano insulino-resistenti. Quanto ai lipidi del sangue, non c'erano variazioni nel livelli di colesterolo HDL indipendentemente dal tipo di alimentazione, anche se c'era un leggero aumento dei trigliceridi. Infine misurando anche la rigidità delle pareti arteriose e il consumo energetico, si osservava una riduzione della prima (se il pasto era stato a basso contenuto di carboidrati) e un aumento dell'altro nei 30-60 minuti dopo il pasto, indipendentemente dal menu. Vale a dire che nei soggetti diabetici, un'alimentazione controllata trova un valore aggiunto nel consumo moderato di alcool, vantaggio che invece non accompagna diete smodate.Gli autori precisano che non avendo fatto distinzioni sul tipo di bevanda alcolica consumata, i benefici sono attribuibili all'alcool in sé più che a uno o più particolari componenti della bevanda stessa.
Simona Zazzetta
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Poco alcool per stare bene
Solitamente, nei precedenti studi fatti in merito, emergeva che le persone che bevono con moderazione hanno buoni livelli di grassi nel sangue, migliore sensibilità insulinica, bassa quantità di grasso addominale rispetto a chi non beve affatto o beve senza limitazioni.La popolazione scelta per questa analisi era particolare, si trattava di 20 donne in post-menopausa e le misurazioni venivano eseguite nelle sei ore successive al pasto. C'era anche una distinzione sul tipo di alimentazione: ogni paziente consumava, nelle 4 sedute previste, pasti che potevano essere ricchi o poveri di carboidrati ma sempre ad alto tenore di grassi, con o senza alcool. Ogni volta venivano misurati i livelli di glucosio (glicemia), di insulina, di proteina C-reattiva e di adiponectina. Il consumo di alcool in effetti condizionava i livelli di glucosio e di insulina e di proteina C-reattiva mantenendoli bassi se il pasto era stato a basso contenuto di carboidrati, ma soltanto nei soggetti insulino-sensibili. Non c'erano invece variazioni se il pasto era ricco di carboidrati o se le pazienti erano insulino-resistenti. Quanto ai lipidi del sangue, non c'erano variazioni nel livelli di colesterolo HDL indipendentemente dal tipo di alimentazione, anche se c'era un leggero aumento dei trigliceridi. Infine misurando anche la rigidità delle pareti arteriose e il consumo energetico, si osservava una riduzione della prima (se il pasto era stato a basso contenuto di carboidrati) e un aumento dell'altro nei 30-60 minuti dopo il pasto, indipendentemente dal menu. Vale a dire che nei soggetti diabetici, un'alimentazione controllata trova un valore aggiunto nel consumo moderato di alcool, vantaggio che invece non accompagna diete smodate.Gli autori precisano che non avendo fatto distinzioni sul tipo di bevanda alcolica consumata, i benefici sono attribuibili all'alcool in sé più che a uno o più particolari componenti della bevanda stessa.
Simona Zazzetta
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