Ansia agorafobia emetofibia

23 febbraio 2007

Ansia agorafobia emetofibia


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20 febbraio 2007

Ansia agorafobia emetofibia

Ho 23 anni e "odio e temo" il vomito, non lo prendo come una normale reazione fisiologica dell'organismo, quando qualcosa non va, ma ne faccio un dramma. Quando sto male perchè non ho digerito e sono a casa, mi nascondo nel bagno più lontano possibile dai famigliari, chiudo a chiave e accendo radio o tv. Se non posso rintanarmi a casa mia e sono in giro cerco con gli occhi il luogo più imboscato possibile per non esser vista (se dovessi star male) da nessuno e non voglio esser aiutata. Questo da sempre. Invece da luglio 2006 (I MIEI SI SONO SEPARATI E COL MIO AMATO FIDANZATO SONO SORTE ALCUNE INCOMPRENSIONI CARATTERIALI) soffro d'ansia, che si manifesta guarda caso con nausea, nodo alla gola e terrore di vomitare. Da luglio evito supermercati, discoteche, locali affollati, centri commerciali, università, centro città, palestre e ogni sorta di posto che non presenti calma e un bagno libero e a portata di mano (anche luoghi all'aperto). In poche parole: non vivo più da oltre 8 mesi. Come si combatte questa fobia? Che disagio interiore rappresenta? Da cosa si origina e come si estingue? Prendo ansiolitici (Xanax o Lexotan) e da poco antidepressivi (Paroxetina) ma ne traggo solo l’effetto di esser rintontita e di non placare il terribile fastidio che provo.

Risposta del 23 febbraio 2007

Risposta a cura di:
Dott. CLAUDIO LORENZETTI


Gentile Signora,
come può immaginare non posso certo fare una diagnosi tramite questo forum. Le posso dire che i sintomi da lei denunciati sono piuttosto comuni nei pazienti visitati presso un ambulatprio specilistico psichiatrico per cui Le consiglio di sottoporsi se non l'ha ancora fatto ad uno specialista del settore viste le Sue difficoltà. A titolo puramente informativo gli ansiolitici dovrebbero essere assunti per breve tempo e non quindi come si assumono gli antidepressivi, che sono i farmaci veramente efficaci nei disturbi d' Ansia (il termine "antidepressivo" è un po' ingannevole poichè sono numerose le indicazioni di questa classe di farmaci, oltre ai disturbi dell'umore). L'uso cronico di ansiolitici come molti pazienti fanno autogestendosi erroneamente il trattamento, oltre ai problemi da Lei denunciati provocano anche dipendenza e assuefazione. Le consiglio infine di prendere in considerazione oltre al trattamento psicofarmacologico che è fondamentale anche un intervento psicoterapeutico cognitivo-comportamentale molto utile nelle condizioni complicate da claustro/agorafobia,
Cordiali saluti

Dott. Claudio Lorenzetti
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Psichiatria
LIVORNO (LI)



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