15 luglio 2004
Attacchi di panico..
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11 luglio 2004
Attacchi di panico..
Egr. Dottore, sono un ragazzo di quasi ventanni e da ormai quasi 2 anni soffro di attacchi di panico legati al mangiare. Il mio disturbo si manifesta dopo che mangio qualcosa. Se mangio ad esempio solo una merendina oppure bevo un caffè o un bicchiere d'acqua inizio subito dopo ad essere preso da ansia e spesso da agitazione perchè mi sembra di non riuscire a digerire e di conseguenza mi si scatena sempre la paura di stare male e di non avere niente che mi possa fare stare meglio. Tutte le volte e dico tutte le volte che devo pranzare e cenare per me è sempre un'inferno. Mangio un piatto di pasta e subito dopo sono agitato e se non riesco a controllare la mia agitazione vengo preso da agitazione intensa, freddo e sudore, giramenti di testa, vampate di calore, tremorio, cuore che batte fortissimo, panico assoulto. . Questo dura in media al massimo 5 minuti ma non riesco più a vivere in questa maniera e pur sforzandomi psicologicamente a non agitarmi dopo mangiato non sono ancora riuscito a concludere niente e vivo tutti i giorni in questa maniera. Evito di mangiare in locali, ristornanti, bar etcc. . Proprio perchè sono sicuro che sarei preso dal panico e l'unico posto dove mi trovo a mio agio è proprio casa mia ma comunque l'agitazione viene lo stesso finchè non sento che stò digerendo correttamente. Il mio dottore dice che è una mia fissa e non mi ha dato nessun consiglio. . Lei cosa ne pensa??Come giudica il mio problema?Che disturbo ho?Non sono riuscito a trovare niente che somigli al mio problema!!La ringrazio anticipatamente e spero riesca ad aiutarmi a capire che cosa mi ha preso e che cosa devo fare per tornare come una persona normale. Distinti SalutiRisposta del 14 luglio 2004
Risposta a cura di:
Dott.ssa GIULIA MARIA D'AMBROSIO
Ho aspettato a rispondere, sperando che si facesse avanti qualcuno, ma vedo che il suo quesito sta lasciando perplessi tutti. Come lei ha ben capito, il problema non è inquadrabile da un punto di vista clinico. E' un misto delle sue esperienze e reazioni, è qualcosa di molto personale, e come tale va indagato.
La mia formazione mi porta a vedere il problema su due livelli di approccio: uno è quello della mente, perché si è creato un automatismo sconnesso dall'emozione iniziale. Le farebbe bene lavorare in psicoterapia, ma con qualcuno che usi delle tecniche immaginative, il disegno, la sabbia, le favole eccetera, perché il problema va ricollegato a qualche evento. Chiacchierando soltanto sarebbe lunga.
Se lo desidera, ci scriva ancora. Cordialità.
Dott. Ssa Giulia Maria D'Ambrosio
Specialista attività privata
MILANO (MI)
Risposta del 15 luglio 2004
Risposta a cura di:
Dott. STEFANO DELL'AERA
Immagino capisca bene che un simile disturbo che si presenta piu' volte al giorno per due anni non può essere sottovalutato anche perchè sta divenendo invalidante e limitante di alcuni comuni comportamenti sociali. Credo che uno specialista sia indispensabile sia per un'adeguata terapia farmacologica che per una psicoterapia.
Dott. STEFANO DELL'AERA
Medicina Territoriale
ENNA (EN)
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