19 novembre 2004
Disturbi alimentari
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15 novembre 2004
Disturbi alimentari
Ho 38 anni, non avrei mai pensato di arrivare a questa età ed avere problemi con l'alimentazione. Ho un bimbo di 2 anni e tutto è iniziato quando è nato lui. Ho attacchi di "fame di cioccolato" che ogni tanto includono anche tutti i cibi "proibiti" e cioè tutti i più grassi! In tutta la mia vita sono sempre stata attenta a tutto ciò che ingerivo: alimentazione biologica e cunina sana senza grassi; poi piano piano con la gravidanza sono uscita un pò dai binari, finchè dopo aver partorito ho iniziato a "scatenarmi", mi abbuffo di cioccolato fino alla nausea, quasi tutti i giorni. Ovviamente poi mi pento. . . a tal punto che ho pensato varie volte di vomitare. Ho 6 kili di troppo, fortunatamente distribuiti bene! Sono arrivata ad un punto in cui ho capito di avere bisogno di un aiuto. Vorrei un Vostro parere. Grazie. Barbara/BergamoRisposta del 18 novembre 2004
Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA ADELAIDE BALDO
cara Barbara, i disturbi del comportamento alimentare sono una vasta categoria nella quale è poi necessario, caso per caso, capire esattamente a cosa ci si trova di fronte.
Della sua lettera mi colpiscono due cose.
La prima è che questo disturbo è comparso dopo la nascita del figlio e che lei sente un bisogno irrefrenabile di mangiare cioccolato. Poichè il cioccolato può essere considerato un "antidepressivo naturale", mi viene il dubbio che in sottofondo ci sia ua patologia depressiva non riconosciuta.
Tenga presente che la Depressione dopo la nascita di un figlio colpisce un grande numero di donne, anche se non sermpre compare con i sintomi "classici" della Depressione.
La seconda cosa che mi colpisce è che lei sottolinea come "prima" lei fosse molto attenta alla scelta dei cibi, evitando grassi e altre cose ritenute dannose.
Delle sane abitudini alimentari sono una bella cosa, però anche qui mi viene spontanea una domanda: poichè una rigida attenzione a cosa si mangia è l'altra faccia della Bulimia, non è che per caso già prima lei avesse, in stato latente, qualche problema col cibo e che questo problema si manifestasse con una sorta di "fobia" per tutto ciò che è grasso e ritenuto non sano?
Come vede io le sto dando solo degli spunti di riflessione e non sto facendo certo una diagnosi (che in questa sede sarebbe impossibile oltre che scorretta).
Lei sente che quel che le sta accadendo non va bene, è consapevole che sia un "campanello d'allarme" che non va sottovalutato.
Il mio consiglio è di rivolgersi ad uno specialista competente che sia in grado di inquadrare il problema nel suo complesso, cioè valutando non solo il sintomo in sè, ma il sottofondo di personalità in cui si colloca.
Credo che con un intervento precoce e ben fatto lei abbia ottime possibilità di far rientare il sintomo e di risistemare all'origine quegli aspetti emotivi e/o biologici che hanno causato questa situazione. Le faccio tanti auguri.
Dott. Ssa M. Adelaide Baldo
Specialista attività privata
BRESCIA (BS)
Risposta del 18 novembre 2004
Risposta a cura di:
Dott. FRANCESCO SCHETTER
Spesso assumere molta cioccolata è segno di cattivo umore, ma la sua situazione sembrerebbe andare oltre uno stato d'animo transitoriamente depresso, perchè la sua preoccupazione per il tipo di aimentazione assume caratteri un poco ossessivi. Certamente c'è qualche cosa che fa parte del suo carattere che la fa esprimere in questo modo. voglio dire che anche prima di partorire lei era particolarmente attenta all'alimentazione, e questo è espressione di una particolare struttura di personalità, che una analisi non superficiale potrebbe rendere più manifesta. Non sottovaluti il problema, avere minor preoccupazioni non necessarie rende la vita più felice.
Auguri.
Dott. Francesco Schetter
Medicina generale convenz.
CASAVATORE (NA)
Risposta del 19 novembre 2004
Risposta a cura di:
Dott.ssa GIULIA MARIA D'AMBROSIO
Le consiglio di riflettere bene sul parere dei due colleghi.
Da un punto di vista omeopatico lei necessita probabilmente di Pulsatilla, un rimedio che ha molto a che fare con la mancanza di una propria madre.
Ci lavori da un punto di vista psicologico e tenga in considerazione che l'omeopatia unicista, aggiunta al lavoro psicoterapeutico, accelera i tempi in modo sensibile.
Mille auguri.
Dott. Ssa Giulia Maria D'Ambrosio
Specialista attività privata
MILANO (MI)
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