17 febbraio 2006
Tutta questa rabbia!!
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13 febbraio 2006
Tutta questa rabbia!!
Sono una donna di 40 anni, sposata da 15 e mamma di due bambini di 4 e 10 anni. Il mio problema risiede in un forte senso di rabbia che spesso mi porto dentro e che è aumentato con la nascita dei bambini. Questo perchè le loro continue richieste e proteste mi sottopongono ad una tensione continua che male sopporto. Nulla di eccessivo e preoccupante, per carità, ma a volte il continuo dover alzare la voce o impormi con severità per ricevere ascolto da loro, mi porta ad eccedere nell'esposizione verbale e ad avere con loro un rapporto teso e conflittuale. Sento dentro un forte senso di rabbia e costrizione che, sempre più spesso, avverto come una oppressione fisica al centro dello sterno che mi toglie il respiso. Ho sempre sopportato male le situazioni di stress e non ho mai avuto un forte senso di autostima, un pò per l'educazione ricevuta (mia madre in particolare era apprensiva e poco fiduciosa nelle capacità delle figlie), un pò perchè il trasferimento dal sud al nord della mia famiglia (avvenuto quando avevo 12 anni) mi ha sottoposto a due anni di discriminazione a scuola. Qualche volta questi episodi sono stati anche corredati di spicciola violenza fisica (una volta anche da parte delle compagne femmine), e un episodio in particolare (un forte pugno) mi ha procurato il blocco dello sviluppo di un seno, che pertanto è molto più piccolo dell'altro. Ancora oggi non riesco a perdonare totalmente mia mamma che è stata l'unica della famiglia a volere questo trasferimento, ma le voglio un bene immenso. Ho faticato a superare i disagi che questi episodi mi hanno creato, ma ancora oggi faccio fatica ad avere una vita sessuale disinibita con mio marito, col quale ho un rapporto affettivo solido e di totale rispetto e comprensione reciproca. Non riesco a mantenere e coltivare le amicizie, sono una persona che riesce a conversare con tutti, che sa ascoltare e spesso raccolgo anche confidenze molto personali perchè, chi mi conosce, sà che sono molto riservata; eppure non parlo delle mie cose più intime e riservate con nessuno, neppure con mia madre o le mie sorelle. Inoltre non accetto di uscire con colleghi o conoscenti per paura di dover affrontare situazioni imbarazzanti di qualsiasi natura. Per esempio per mè è molto imbarazzante offrire o farmi offrire un caffè al bar ad un'amica. Per questo le mie amicizie restano, nonostante tutto, superficiali. Sono stanca di vivere "col freno a mano tirato", come dice sempre mio marito. Non mi sento adeguata in nessun ruolo: donna, moglie, madre, amica. Soprattutto come madre non voglio nuocere ai miei bambini che adoro e ai quali non voglio trasmettere la mia fragilità. Come faccio ad evitare quegli scatti d'ira verbale a cui cedo per trovare sfogo quando mi fanno perdere la pazienza e che rischiano di ledere la loro autostima. Faccio presente che comunque sono molto più numerosi i momenti di distensione e quelli in cui li gratifico con apprezzamenti, ma vorrei tanto trovare la strada per liberare me stessa e i miei cuccioli da questa zavorra del passato che tanto ancora coinvolge la mia vita. Spero in un consiglio e ringrazio sentitamente. Cordiali saluti.Risposta del 17 febbraio 2006
Risposta a cura di:
Dott.ssa MARIA ADELAIDE BALDO
La sua lettera esprime tanta rabbia e tanto dolore, non solo per un passato col quale proprio non riesce a riconciliarsi, ma anche per un presente che lei sente opprimente.
Ho la sensazione che lei, sotto il peso delle responsabilità della vita, si sia sempre negata l'accesso a quella parte di sè, più segreta ma anche più vreativa e ricca, di cui sente la nostalgia.
A forza di reprimere questa parte lei è probabilmnete caduta in una forma depressiva: i sintomi ci sono e sono anche il bisogno di alzare la voce, la sensazione di non riuscire a farsi ascoltare dai figli, la sensazione di non valere niente, la paura di esporsi emotivamente, la sensazione di non riuscire ad instaurare un contatto emotivamente profondo con le persone.
Sa cosa penso? Che lei ha il dovere verso se stessa di andare alla ricerca di quella parte bella e luminosa che sa di avere dentro.
Perchè non si fa aiutare? Forse lei ha bisogno di un piccolo aiuto farmacologico per dare una "spintarella" al processo di recupero di un migliore tono dell'umore, ma credo che abbia soprattutto bisogno di una psicoterapia.
Per tirare fuori la sua rabbia, per poter piangere, per poter gridare, per poter farsi strada verso la sua parte più autentica.
Potrebbe essere una psicoterapia individuale, ma anche di gruppo.
Potrebbe anche trarre grande aiuto da attività espressive (teatro, danza, ecc) che ovviamente non sostituiscono la psicoterapia, ma aiutano a conoscere se stessi.
Non si butti via così!
Dott. Ssa M. Adelaide Baldo
Specialista attività privata
Specialista in Psicologia
BRESCIA (BS)
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