27 aprile 2021
Interviste, #appuntidisalute, Video
Aiutiamo i giovani. Intervista a Stefano Vicari, neuropsichiatra
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Bambini e adolescenti rappresentano il nostro futuro ma in Italia si parla pochissimo del benessere mentale di questa fascia di cittadini. Sappiamo molto poco anche quali sono e saranno nei prossimi anni le conseguenze della pandemia su di loro. Per conoscere meglio questa situazione Dica33 ha intervistato per #appuntidisalute il professor Stefano Vicari, Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Responsabile dell'Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma, che ha da poco pubblicato il libro Bambini autonomi, adolescenti sicuri - crescere i nostri figli nel benessere mentale, edizioni LSWR.
L'Organizzazione Mondiale della Sanita afferma che non c'è salute senza salute mentale. Allo stesso tempo, la prestigiosa organizzazione sanitaria ha documentato come una percentuale variabile tra il 7 e il 20% di bambini e adolescenti sia esposta al rischio di un disturbo psichiatrico; e solo per pregiudizio o semplicemente per ignoranza, quindi, se la malattia mentale è ritenuta esclusiva dell'età adulta. Le cronache, del resto, ci sommergono di notizie relative al disagio giovanile, spesso nelle sue forme più estreme, come il suicidio o l'abuso di sostanze, alcol e droghe. La depressione, l'ansia, l'anoressia e la bulimia, i disturbi della condotta, le psicosi a insorgenza anche precocissima, ovvero al di sotto dei 13 anni, sono patologie molto frequenti il cui esordio può essere improvviso quanto imprevisto.
Alcune paure, il rifiuto di andare a scuola per non voler lasciare mamma e papa, l'aumentata irritabilità o manifestazioni di rabbia possono essere il segnale di un disagio temporaneo legato a una particolare fase di sviluppo o ad alcuni fattori ambientali critici come il cambio di casa, un lutto o il divorzio dei genitori. In questi casi i comportamenti problematici mostrati dai ragazzi hanno un carattere transitorio e, per lo più, non ne compromettono l'inserimento sociale, scolastico e, più in generale, la qualità di vita. Tuttavia, si può verificare la condizione per cui questi aspetti si presentino con frequenza maggiore, determinando difficolta marcate nel vivere quotidiano del ragazzo, con una limitazione nella sua vita di relazione e del suo stato di benessere. In quest'ultimo caso siamo di fronte a un vero e proprio disturbo psicopatologico che non va assolutamente trascurato: e proprio in infanzia, preadolescenza e adolescenza, infatti, che esordiscono i più gravi e disabilitanti disturbi mentali ritenuti a torto, come già detto, tipici solo dell'età adulta.
Mercedes Bradaschia
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Il disagio giovanile
L'Organizzazione Mondiale della Sanita afferma che non c'è salute senza salute mentale. Allo stesso tempo, la prestigiosa organizzazione sanitaria ha documentato come una percentuale variabile tra il 7 e il 20% di bambini e adolescenti sia esposta al rischio di un disturbo psichiatrico; e solo per pregiudizio o semplicemente per ignoranza, quindi, se la malattia mentale è ritenuta esclusiva dell'età adulta. Le cronache, del resto, ci sommergono di notizie relative al disagio giovanile, spesso nelle sue forme più estreme, come il suicidio o l'abuso di sostanze, alcol e droghe. La depressione, l'ansia, l'anoressia e la bulimia, i disturbi della condotta, le psicosi a insorgenza anche precocissima, ovvero al di sotto dei 13 anni, sono patologie molto frequenti il cui esordio può essere improvviso quanto imprevisto.
I disturbi mentali dell’infanzia, preadolescenza e adolescenza
Alcune paure, il rifiuto di andare a scuola per non voler lasciare mamma e papa, l'aumentata irritabilità o manifestazioni di rabbia possono essere il segnale di un disagio temporaneo legato a una particolare fase di sviluppo o ad alcuni fattori ambientali critici come il cambio di casa, un lutto o il divorzio dei genitori. In questi casi i comportamenti problematici mostrati dai ragazzi hanno un carattere transitorio e, per lo più, non ne compromettono l'inserimento sociale, scolastico e, più in generale, la qualità di vita. Tuttavia, si può verificare la condizione per cui questi aspetti si presentino con frequenza maggiore, determinando difficolta marcate nel vivere quotidiano del ragazzo, con una limitazione nella sua vita di relazione e del suo stato di benessere. In quest'ultimo caso siamo di fronte a un vero e proprio disturbo psicopatologico che non va assolutamente trascurato: e proprio in infanzia, preadolescenza e adolescenza, infatti, che esordiscono i più gravi e disabilitanti disturbi mentali ritenuti a torto, come già detto, tipici solo dell'età adulta.
Mercedes Bradaschia
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