17 marzo 2022
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Caffeina, protegge il cuore?
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In media, il consumo di caffeina in un adulto varia da 400 a 600 mg al giorno, circa due o tre tazze di caffè. Numerosi studi dimostrano che i consumatori di questa quantità di caffeina hanno un rischio ridotto di morte per malattie cardiovascolari, ma una spiegazione biochimica di questo fenomeno è sfuggita da tempo.
In uno studio recente, pubblicato sulla rivista Nature Communications, i ricercatori canadesi hanno scoperto che la caffeina è responsabile dell'attivazione di un effetto a cascata che alla fine riduce il colesterolo LDL nel sangue, il cosiddetto colesterolo "cattivo". In particolare, la caffeina aumenta i livelli di Ca2+ nel reticolo endoplasmatico epatico (ER) bloccando l'attivazione trascrizionale della proteina legante gli elementi regolatori degli steroli 2 (SREBP2), responsabile della regolazione di PCSK9. Mitigando i livelli di PCK9 nel sangue, si ha una maggiore espressione del recettore LDL situato sulla superficie del fegato e una maggiore clearance del colesterolo LDL. "Questi risultati hanno implicazioni di ampia portata in quanto collegano la caffeina ampiamente consumata al metabolismo del colesterolo a livello molecolare", ha affermato Richard Austin, autore senior dello studio e professore del Dipartimento di Medicina della McMaster University. "Questa scoperta è stata completamente inaspettata e mostra che cibi e bevande ordinari hanno effetti molto più complessi di quanto pensiamo".
Il team ha sviluppato nuovi derivati della caffeina che possono abbassare i livelli ematici di PCSK9 con una potenza maggiore rispetto alla caffeina, aprendo la possibilità di nuovi nutraceutici in grado di ridurre il colesterolo LDL e mitigare il rischio cardiovascolare.
Paolo Levantino
Farmacista clinico e giornalista scientifico
Fonte: Farmacista33
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Caffeina modula l'attivazione di geni specifici
In uno studio recente, pubblicato sulla rivista Nature Communications, i ricercatori canadesi hanno scoperto che la caffeina è responsabile dell'attivazione di un effetto a cascata che alla fine riduce il colesterolo LDL nel sangue, il cosiddetto colesterolo "cattivo". In particolare, la caffeina aumenta i livelli di Ca2+ nel reticolo endoplasmatico epatico (ER) bloccando l'attivazione trascrizionale della proteina legante gli elementi regolatori degli steroli 2 (SREBP2), responsabile della regolazione di PCSK9. Mitigando i livelli di PCK9 nel sangue, si ha una maggiore espressione del recettore LDL situato sulla superficie del fegato e una maggiore clearance del colesterolo LDL. "Questi risultati hanno implicazioni di ampia portata in quanto collegano la caffeina ampiamente consumata al metabolismo del colesterolo a livello molecolare", ha affermato Richard Austin, autore senior dello studio e professore del Dipartimento di Medicina della McMaster University. "Questa scoperta è stata completamente inaspettata e mostra che cibi e bevande ordinari hanno effetti molto più complessi di quanto pensiamo".
Nuovi nutraceutici potrebbero mitigare il rischio cardiovascolare
Il team ha sviluppato nuovi derivati della caffeina che possono abbassare i livelli ematici di PCSK9 con una potenza maggiore rispetto alla caffeina, aprendo la possibilità di nuovi nutraceutici in grado di ridurre il colesterolo LDL e mitigare il rischio cardiovascolare.
Paolo Levantino
Farmacista clinico e giornalista scientifico
Fonte: Farmacista33
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