16 giugno 2022
Interviste, Speciale Mieloma multiplo
Mieloma multiplo: belantamab, confermati i dati anche nel real life. Intervista all’ematologo Gabriele Buda
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Il mieloma multiplo è una malattia tumorale del sangue per la quale ad oggi non è ancora disponibile una cura, ma grazie alle nuove terapie sviluppate negli ultimi anni è possibile cronicizzarla. In particolare una nuova possibilità terapeutica è disponibile, con indicazione per i pazienti con mieloma multiplo politrattati e resistenti ai farmaci in uso, da gennaio 2022. I dati cosiddetti in 'real life' cioè relativi a studi sperimentali successivi a quelli necessari per l'immissione in commercio, stanno dando risultati che confermano una buona efficacia del trattamento e promettono un consolidarsi di questi dati.
Belantamab mafodotin è un anticorpo monoclonale: «si tratta di una nuova tipologia di farmaco con una grande potenzialità» ha spiegato, a Dica33, Gabriele Buda, docente di Ematologia all'Università di Pisa «questo farmaco ha una capacità di legame con un marcatore specifico della malattia è cioè in grado di inserirsi sul sito BCMA, l'antigene di maturazione dei linfociti B, presente sulla superficie sia delle plasmacellule sia dei precursori delle cellule B. È indicato per pazienti alla quinta linea di trattamento, che sono refrattari alle precedenti cure, per i quali fino a poco tempo fa non c'erano terapie specifiche, né altri strumenti a disposizione». Secondo le indicazioni, belantamab mafodotin è indicato in monoterapia per i pazienti che hanno già ricevuto almeno quattro linee terapeutiche precedenti e sono risultati refrattari ad almeno un immunomodulatore, a un inibitore del proteasoma e a un anticorpo monoclonale anti-CD38. Questi pazienti attualmente hanno una sopravvivenza molto limitata. Belantamab è in utilizzo in Italia dal gennaio 2022, dopo che è stato approvato dall'AIFA, divenendo così disponibile in regime di rimborsabilità per tutti i centri specialistici che ne fanno richiesta.
Quindi, ha sottolineato Buda «si tratta di una nuova opportunità di prolungare la cronicizzazione in una fase di malattia avanzata. I dati della sperimentazione dimostrano una buona efficacia, una buona qualità di vita e una tossicità contenuta». Un altro vantaggio di questo farmaco è che viene erogato in monoterapia, in day hospital.
Per quanto riguarda il profilo di sicurezza, prosegue l'ematologo, «abbiamo dovuto familiarizzare con una tossicità nuova per gli ematologi, cioè quella oculare. La genesi di questa tossicità è ancora da capire, ma lavorando in team con oculisti specializzati nella gestione di pazienti onco-ematologici, riusciamo a gestire e controllare questa problematica».
Pur non trattandosi di una cura, ha concluso Buda «questo nuovo farmaco, il belantamab, offre una reale opportunità di prolungare la cronicizzazione del mieloma multiplo, in quei pazienti che sono risultati refrattari alle tre categorie principali di farmaci fino ad ora disponibili, con una buona qualità di vita».
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Indicato per pazienti alla quinta linea di trattamento
Belantamab mafodotin è un anticorpo monoclonale: «si tratta di una nuova tipologia di farmaco con una grande potenzialità» ha spiegato, a Dica33, Gabriele Buda, docente di Ematologia all'Università di Pisa «questo farmaco ha una capacità di legame con un marcatore specifico della malattia è cioè in grado di inserirsi sul sito BCMA, l'antigene di maturazione dei linfociti B, presente sulla superficie sia delle plasmacellule sia dei precursori delle cellule B. È indicato per pazienti alla quinta linea di trattamento, che sono refrattari alle precedenti cure, per i quali fino a poco tempo fa non c'erano terapie specifiche, né altri strumenti a disposizione». Secondo le indicazioni, belantamab mafodotin è indicato in monoterapia per i pazienti che hanno già ricevuto almeno quattro linee terapeutiche precedenti e sono risultati refrattari ad almeno un immunomodulatore, a un inibitore del proteasoma e a un anticorpo monoclonale anti-CD38. Questi pazienti attualmente hanno una sopravvivenza molto limitata. Belantamab è in utilizzo in Italia dal gennaio 2022, dopo che è stato approvato dall'AIFA, divenendo così disponibile in regime di rimborsabilità per tutti i centri specialistici che ne fanno richiesta.
Buona efficacia con tossicità contenuta
Quindi, ha sottolineato Buda «si tratta di una nuova opportunità di prolungare la cronicizzazione in una fase di malattia avanzata. I dati della sperimentazione dimostrano una buona efficacia, una buona qualità di vita e una tossicità contenuta». Un altro vantaggio di questo farmaco è che viene erogato in monoterapia, in day hospital.
Per quanto riguarda il profilo di sicurezza, prosegue l'ematologo, «abbiamo dovuto familiarizzare con una tossicità nuova per gli ematologi, cioè quella oculare. La genesi di questa tossicità è ancora da capire, ma lavorando in team con oculisti specializzati nella gestione di pazienti onco-ematologici, riusciamo a gestire e controllare questa problematica».
Pur non trattandosi di una cura, ha concluso Buda «questo nuovo farmaco, il belantamab, offre una reale opportunità di prolungare la cronicizzazione del mieloma multiplo, in quei pazienti che sono risultati refrattari alle tre categorie principali di farmaci fino ad ora disponibili, con una buona qualità di vita».
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