Vitamine dal sole

25 giugno 2010
Interviste, Speciale Vitamina D

Vitamine dal sole



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di Simona Zazzetta

La vitamina D, nota per la sua attività favorevole al benessere delle ossa, ora viene chiamata in causa anche per proteggere da altre malattie. Per ora si tratta di evidenze epidemiologiche, ma ciò che si conferma è che la sua produzione è legata all'esposizione al sole, che in eccesso, tuttavia, aumenta il rischio di tumori cutanei. Per chiarire alcuni aspetti Dica33 ha intervistato Ovidio Brignoli, vice presidente della Società italiana medicina generale.

Dottor Brignoli, quali sono i vantaggi della vitamina D per la salute delle ossa?
Gli studi condotti e la nostra pratica clinica ci permettono di mettere in relazione il deficit di vitamina D con un aumentato rischio di cadute e fratture ossee. Il dato si spiega con il fatto che questa vitamina favorisce la mineralizzazione della matrice ossea, essendo alla base dell'assorbimento intestinale del calcio.

Quali sono le fonti di vitamina D per il nostro organismo?
Un modesto introito è assicurato dalla dieta: pesce azzurro, anguilla, alcune verdure (per esempio la "barba dei frati") formaggi tipo emmenthal o burro e olio di fegato di merluzzo. Ma l'80% della vitamina D presente nel nostro organismo è legata al sole, che attiva la sua produzione. A livello della pelle si verifica, infatti, l'attivazione di un precursore a sua volta attivato a livello di fegato e rene in vitamina D disponibile

Quindi esporsi al sole fa bene?
L'esposizione che va considerata dannosa per la pelle è quella intermittente ed eccessiva, e il maggiore rischio di melanoma è associato alle scottature solari che si sono verificate nei primi 20 anni di vita, in particolare nell'infanzia. Esporsi al sole con gradualità e costanza, e con una protezione di filtri solari adeguata, non solo fa bene, ma è indispensabile per mantenere i livelli di vitamina D: è sufficiente esporre le braccia al sole per un tempo tra 5 e 30 minuti nelle ore centrali della giornata (10-15) due volte alla settimana per portare i livelli superiori a 30 mcg/ml, considerati la normalità.

In un paese mediterraneo come il nostro come sono in media i livelli di vitamina D?
Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe in un paese alle nostre latitudini, la frequenza di deficit di vitamina D è maggiore rispetto a paesi a latitudini più alte. Alle nostre latitudini la produzione massima si ha nei mesi centrali tra aprile e maggio: la vitamina D viene prodotta e si accumula nel tessuto adiposo. Ma l'efficacia dell'esposizione al sole è variabile: in alcune persone i livelli restano alti per tutto l'anno, in altre invece tendono a scendere sotto la norma. Nei soggetti anziani, in particolare, il processo di attivazione a livello di pelle è meno efficace.

Le lampade abbronzanti possono essere di aiuto?
Sono i raggi UvB che attivano il precursore della vitamina D nella pelle, ma nelle lampade di nuova generazione, ad alta pressione, gli UvB non ci sono, quindi sono inutili da questo punto vista, e dannose da un altro


Il deficit di vitamina D ha conseguenze sulla salute?
Sicuramente sì, per quanto riguarda la salute delle ossa. Esistono inoltre dei dati epidemiologici, ma non clinici, che indicano una correlazione tra deficit di vitamina D (<20 mcg/ml) e aumentato rischio di malattie autoimmuni, come sclerosi multipla, diabete di tipo 1 e artrite reumatoide, ma anche di infarto e di alcune forme di tumore. Per esempio, è stato visto un calo del rischio di tumore nel colon-retto in seguito a integrazione con vitamina D. È noto che la vitamina D ha un ruolo nel controllo della proliferazione cellulare, delle cellule tumorali e ha un'azione antinfiammatoria. Esiste, inoltre, una consensus sul fatto che alcune categorie di soggetti a rischio, come diabetici, obesi, donne in gravidanza e soggetti con osteoporosi devono essere sottoporsi a controllo dei livelli della vitamina D. Se tale controllo possa avere un ruolo anche nella prevenzione nella popolazione generale, è ancora da stabilire.



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