22 febbraio 2005
Bipolare
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17 febbraio 2005
Bipolare
Buongiorno, mio marito è un bipolare. Da oltre 18 anni ha problemi; inizialmente curati come depressione (causa scatenante lungo periodo di cassa integrazione), poi come depressione periodica (cambio di stagione) ed infine dal 1996 riconosciuto come “bipolare “. È inutile che le descriva i suoi momenti, lei li conosce bene, autovalutuzione, in mondo tra le sue mani, non considerazione degli altri, acquisti facili etc etc. E poi autosvalutazione, tristezza, nullità, incapacità di risolvere anche il minimo problema. Dal 1996 al 2001 Litio+ sonniferi per dormire; ogni tanto si “ritoccava” la dose, nel frattempo il c/c diminuiva e gli amici sparivano. Poi, neppure Litio poteva funzionare. troppi effetti collaterali (aumento vertiginoso dei globuli bianchi, ipertrofia prostatica, impotenza sessuale). Si è passato ad altro farmaco (purtroppo non ricordo il nome). Gli episodi che io definisco “down” e “up” sempre ricorrenti ma brevi (qualche mese ognuno nell’arco dell’anno). Poi di nuovo cambio farmaco da oltre un anno GABAPETIN TEVA 300mg + Dolmador 15. ora da metà dicembre che è nella fase “down”e non riesce a decollare. in aggiunta a gabapetin, entact 10. (1, 5 cps/die). Sono preoccupata, lo psichiatra dice che non c’è altro da fare, e litio non puo’ + essere somministrato. I suoi momenti di completata vita vegetativa, alternati ad altri di iperattività (ha avuto problemi nell’ambito lavorativo con procedere disciplinari legate al comportamento agressivo) stanno distruggendo anche me. Mi chiedo possibile che NON ci sia via d’uscita, un centro specializzato, una terapia piu’ efficace? Grazie per l’attenzione l.Risposta del 22 febbraio 2005
Risposta a cura di:
Dott.ssa BARBARA SANGIORGI
Il Disturbo bipolare, specie quello insorto dopo ricorrenze depressive, presenta caratteristiche di resistenza al trattamento, soprattutto quando la ciclicità diventa più rapida. Il mio consiglio è quello di affidarsi allo psichiatra che lo sta seguendo esprimendo le sue preoccupazioni, chiedendo magari una puntualizzazione terapeutica, eventualmente il regime di ricovero. . . A volte è possibile un'augmentation, o un potenziamento con altri farmaci, è comunque il suo specialista, che conosce la sua storia, le strade già percorse, o non più praticabili, che saprà meglio consigliarla.
Dott. Ssa barbara Sangiorgi
Specialista in Psicologia
Casa di cura privata
Specialista attività privata
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