Ipocondria

25 settembre 2006

Ipocondria


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21 settembre 2006

Ipocondria

Gent. Mo esperto, da circa 10 anni mia madre, 63enne, soffre di uno stato depressivo-ipocondriaco, a cicli più intensi, aggravatosi negli ultimi 4 anni. Ha seguito una cura con antidepressivi, ma inizia e smette le pastiglie o gocce (sereupin, en e simili) a suo piacimento perchè dice di accusare tutti gli effetti collaterali (liquido dal seno, dolore al fegato, stomaco etc). Tuttavia non vuole mai sottoporsi a visita perchè "tanto non c'è niente da fare". Poiché gli attacchi sono legati quasi sempre a disturbi gastrointestinali si è sottoposta (sotto nostra costrizione) per due volte a colonscopia, senza che le venisse riscontrato alcunché se non piccoli polipi poi asportati. Nonostante questo è sempre convinta di avere un tumore e pochi giorni di vita, i responsi negativi non placano la sua angoscia. Ogni piccolo disturbo diventa un'ossessione, legata alla continua, maniacale osservazione del proprio corpo - anche servendosi di specchietti - di urine e feci. Non cura più il proprio aspetto, passa giornate intere a letto, il suo unico pensiero è se e come - mi scuso per l’espressione - è andata di corpo. In famiglia subiamo tutti questo suo stato, mitigato talvolta solo dalla presenza di noi figli. Come convincerla a recarsi da uno specialista? E' il caso che sia io a presentarmi da uno psicoterapeuta per illustrare il quadro (secondo me lei non racconta tutto perchè si vergogna dei suoi gesti) e poi convincerla a farsi visitare? Siamo sull'orlo di una crisi familiare.

Risposta del 25 settembre 2006

Risposta a cura di:
Dott. GABRIELE TONELLI


Premesso che questo non costituisce sostituto ad una normale visita medica ambulatoriale.
Il problema è che Lei non può obbligare Sua madre a presentarsi a Sua volta dal medico anche una volta che Lei ne abbia contattato uno.
In questi casi potrebbe essere utile un intervento di rottura:
1) invitare uno specialista a casa in visita domiciliare per parlare con Sua madre (che in ogni caso potrebbe rifiutarsi di fare entrare/ricevere la persona in questione)
2) chiedere l'intervento dei Servizi di Salute Mentale Territoriali.
Quest'ultimo caso anche se può sembrare una violenza, in realtà rappresenta, probabilmente, il miglior mezzo per aiutare Sua madre.
Cordiali saluti

Dott. Gabriele Tonelli
Specialista convenzionato
Specialista attività privata
Specialista in Neuropsichiatria infantile
Specialista in Psichiatria
BOLOGNA (BO)



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