Fotoprotezione: istruzioni per l’uso

17 aprile 2018
Aggiornamenti e focus, Speciale Estate

Fotoprotezione: istruzioni per l’uso



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E' l'ora di impostare un buon programma di protezione solare per non rischiare di vedere i benefici dell'esposizione ai raggi UV (Ultra Violetti) andare perduti per lasciare posto solo agli effetti negativi sulla pelle che vanno dagli eritemi solari alla vasodilatazione, dalla disidratazione alle macchie brune, dall'immunosoppressione, alle scottature, fino ai tumori della pelle.

Va sottolineato che ogni persona ha una propria capacità di adattamento al sole determinata dal fototipo, dalla 'storia' della pelle esposta ai raggi UV nel tempo, dall'età, dallo stile di vita, dall'assunzione di farmaci, dai luoghi di esposizione. I meccanismi di difesa dell'epidermide dalle aggressioni dei raggi UV sono tre: il film idrolipidico che forma un sottile strato protettivo; lo strato corneo che aumenta di spessore e l'abbronzatura, determinata dalla pigmentazione della melanina.

La melanina è una proteina prodotta dai melanociti che la immagazzinano in pacchetti chiamati melanosomi che vengono poi ceduti ai cheratinociti. Il trasferimento di questi pacchetti è facilitato dalla forma delle cellule produttrici che hanno dei prolungamenti a forma di tentacoli che si insinuano fra le cellule epidermiche e portano la melanina nella parte superiore della pelle, formando una specie di 'scudo' protettivo sui nuclei della cute e assorbendo i due terzi dei raggi Uvb e il 70 per cento dei raggi Uva. Il numero dei melanociti, però, diminuisce del 10 per cento ogni 10 anni riducendo, in questo modo, anche la capacità di protezione. Inoltre, esistono due tipi di melanina: le eumelanine, brune (presenti in carnagioni scure e nere) e le feumelanine, rosse, presenti in particolar modo nei soggetti con i capelli rossi. In ogni persona questi due tipi di melanina si mescolano dando luogo alle sfumature della carnagione e alle differenti reazioni al sole.

Cosa sono gli indici di protezione solare

Con il termine fattore di protezione solare (che viene chiamato in tutto il mondo Spf dal termine inglese Sun protection factor) si intende il rapporto tra la dose minima di UV (raggi ultravioletti) necessaria a indurre eritema su una pelle protetta da un antisolare e la dose minima di eritema su una epidermide non protetta. Il fattore di protezione può essere calcolato anche come percentuale di raggi UV bloccata dal sistema filtrante. Ovvero un Spf 2 lascia passare la metà dei raggi e cioè filtra il 50 per cento delle radiazioni. Va anche detto che l'indice di protezione solare si riferisce a dati di laboratorio che prevedono l'impiego di 2 milligrammi di prodotto per centimetro quadrato di cute, mentre la maggioranza delle persone utilizza l'antisolare in quantità più basse e lo fa all'aperto riducendo, quindi, il potere schermante. Per questo è importante utilizzare solari con valori di Spf alti, ripetere spesso l'applicazione, scegliere prodotti resistenti all'acqua e alla sabbia, che abbiano una buona spalmabilità e siano gradevoli sulla pelle.

A ogni fototipo la sua protezione

Nell'applicazione dell'antisolare (che bisogna massaggiare in modo uniforme su tutto il corpo, compresi i padiglioni auricolari, la nuca, l'interno delle braccia e i dorsi di mani e piedi), va ricordato che ci sono zone molto delicate e fragili (contorno occhi, palpebre, labbra, seno e decollété ) che necessitano di prodotti con indici di protezione altissimi. Per il resto l'indice di protezione del solare - che può avere diverse forme fisiche come crema, latte, spray, gel, stick e olio - deve essere determinato in base al proprio fototipo.

Elisa Da Vinci



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