Disbiosi intestinale: come si cura

22 novembre 2019
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Disbiosi intestinale: come si cura



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La disbiosi intestinale indica una alterazione della flora batterica intestinale. La sua cura prevede la messa in atto di azioni che permettono di riportare la flora batterica all'originale equilibrio - per quantità o qualità - tra batteri nocivi e batteri buoni. L'obiettivo è "ripulire" il corpo per permettere la ricostituzione di una colonia batterica sana, che continui ad esercitare il ruolo di difesa dell'organismo.
La disbiosi può essere curata ma richiede un deciso cambio di regime alimentare e molta costanza. Si consiglia di non avventurarsi in terapie "fai da te". La visita dal medico con il racconto delle proprie abitudini e stili di vita - insieme ad una serie di esami non invasivi - permetterà infatti di individuare il tipo di disbiosi in atto e di definire la dieta alimentare più indicata. Insieme ad altri supporti come antibiotici e probiotici.

Curare la disbiosi con l’alimentazione


La cura della disbiosi passa innanzitutto attraverso l'adozione di una alimentazione corretta. Sappiamo quanto la nostra dieta sia ricca di grassi, zuccheri, prodotti raffinati e poche verdure. In generale, invece si consiglia l'assunzione di quantità ridotte di zuccheri e grassi (dai dolci al pane) perché rappresentano un terreno di coltura ideale per la flora intestinale nociva. Dobbiamo poi garantire al nostro corpo, tutti i giorni, adeguate porzioni di frutta e verdura che contribuiscono ad "alimentare" i batteri buoni come bifidobatteri e lactobacilli. Infine, vanno privilegiate le proteine vegetali come i legumi e non bisogna esagerare con quelle animali che possono scatenare situazioni tossiche.

Curare la disbiosi con i probiotici


È senz'altro utile anche l'assunzione di probiotici che permettono di inserire nella funzionalità del nostro corpo batteri buoni in grado di colonizzare la mucosa intestinale. Per ottenere questo risultato, la quantità e qualità del probiotico è fondamentale. L'indicazione in questo senso arriva dal ministero della Salute che ha individuato in almeno 1 miliardo di cellule vive per ceppo (al giorno) la quantità minima per consentire l'insediamento di un ceppo di fermento lattico nell'intestino.
Tra i più utilizzati, il Lactobacillus. Sono fermenti lattici che vanno assunti con costanza e continuità per un certo periodo di tempo e possono portare già a risultati visibili con la riduzione o eliminazione di sintomi quali meteorismo, regolarizzazione intestinale, malessere addominale. In certi casi è utile anche ricorrere all'assunzione di antibiotici a base di rifaximina.


Carla De Meo




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