22 aprile 2005
Aggiornamenti e focus, Speciale Depressione
La psicoterapia rende a lungo termine
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Se si possa trattare la depressione soltanto con i farmaci è questione vecchia quanto gli stessi psicofarmaci; una questione diventata ancora più attuale con il boom delle diagnosi di disturbi dell'umore. La questione può essere posta anche in un altro modo più calcistico, ovvero se sia meglio il farmaco o la psicoterapia. In effetti non è pensabile considerare gli antidepressivi alla stregua dei farmaci usati per abbassare la pressione arteriosa... D'altra parte è ormai assodato che, un volta affrontata e risolta la crisi acuta sono sempre possibili le ricadute. Così come è dimostrato che, finché si assume un farmaco rivelatosi efficace, le ricadute non si presentano. A fornire nuovi elementi viene ora uno studio statunitense in cui psicoterapia e farmacoterapia vengono messe a confronto proprio sul versante delle ricadute. La ricerca è stata condotta in un modo originale. E' stato selezionato un campione di persone che soffrivano di depressione media-grave, avviati ai due tipi di trattamento. Del gruppo iniziale sono stati selezionati quelli che avevano risposto positivamente al trattamento assegnato, farmaci o psicoterapia che fosse, che sono risultati il 57% del totale, pari a 104 persone. Quelli finora trattati con i farmaci sono stati suddivisi a loro volta in due gruppi, uno che ha continuato ad assumere i farmaci a dosaggio pieno e un altro cui sono stati sostituiti col placebo e che, quindi, ha interrotto l'assunzione pur senza saperlo. A coloro cui era stata interrotta la psicoterapia erano concesse tre sedute "di rinforzo".
A questo punto restava da vedere se e quando si sarebbero presentate le ricadute. Queste ultime erano definite come il ripresentarsi dei sintomi depressivi per un periodo di almeno due settimane. Questa fase di osservazione è durata 12 mesi. Al termine del periodo la conclusione era abbastanza semplice: dopo l'interruzione, chi era stato sottoposto a psicoterapia era molto meno esposto alle ricadute di chi aveva assunto e sospeso i farmaci; tra i primi, infatti, la risposta sostenuta si presentava soltanto in poco più del 16% dei pazienti, mentre era del 37% circa nel secondo gruppo. Chi continuava ad assumere farmaci aveva una risposta sostenuta nel 27% circa. Tuttavia la differenza tra chi aveva sostenuto la psicoterapia e chi continuava ad assumere i farmaci non era ritenuta significativa. In definitiva, anche un ciclo di 4 mesi di terapia, se ha successo, protegge dalle ricadute almeno quanto continuare a prendere farmaci.
Ma lo studio non è finito qui. Coloro che avevano superato senza ricadute il periodo di follow-up, sono stati osservati per un altro anno, interrompendo però qualsiasi terapia. A questo punto, se si fosse ripresentata la depressione non si sarebbe trattato di una ricaduta ma di un nuovo episodio. In questa seconda fase, la depressione si è ripresentata soltanto nel 17,3% dei pazienti trattati dallo psicoterapeuta e nel 53% di quelli trattati soltanto con i farmaci.Sembra riconfermata una visione, molto europea e poco americana, che vede gli psicofarmaci come trattamento ottimale nelle fasi acute, ma al quale va poi almeno affiancato un trattamento capace di costruire delle difese naturali alla depressione, cioè appunto la psicoterapia. Purtroppo, almeno nella realtà italiana, la psicoterapia è disponibile praticamente soltanto su base privata, vista la difficoltà di ottenere questa prestazione attraverso il Servizio Sanitario Nazionale. Si dice per ragioni organizzative, si dice per ragioni di costo. Quest'ultimo aspetto, però, viene considerato anche da questo studio, che fa presente, pur su dati statunitensi, come sia vero che il farmaco costi meno della psicoterapia ma soltanto nella prima fase. Già dopo otto mesi di trattamento la differenza di costo non esiste più e di lì in poi costa meno la psicoterapia. Anche altri studi avevano mostrato come, inaspettatamente, la farmacoterapia richiedesse una spesa superiore di un terzo rispetto alla psicoterapia individuale. Forse è tempo di un ripensamento.
Maurizio Imperiali
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Il placebo a poco vale
A questo punto restava da vedere se e quando si sarebbero presentate le ricadute. Queste ultime erano definite come il ripresentarsi dei sintomi depressivi per un periodo di almeno due settimane. Questa fase di osservazione è durata 12 mesi. Al termine del periodo la conclusione era abbastanza semplice: dopo l'interruzione, chi era stato sottoposto a psicoterapia era molto meno esposto alle ricadute di chi aveva assunto e sospeso i farmaci; tra i primi, infatti, la risposta sostenuta si presentava soltanto in poco più del 16% dei pazienti, mentre era del 37% circa nel secondo gruppo. Chi continuava ad assumere farmaci aveva una risposta sostenuta nel 27% circa. Tuttavia la differenza tra chi aveva sostenuto la psicoterapia e chi continuava ad assumere i farmaci non era ritenuta significativa. In definitiva, anche un ciclo di 4 mesi di terapia, se ha successo, protegge dalle ricadute almeno quanto continuare a prendere farmaci.
E poi alla fine costa anche meno
Ma lo studio non è finito qui. Coloro che avevano superato senza ricadute il periodo di follow-up, sono stati osservati per un altro anno, interrompendo però qualsiasi terapia. A questo punto, se si fosse ripresentata la depressione non si sarebbe trattato di una ricaduta ma di un nuovo episodio. In questa seconda fase, la depressione si è ripresentata soltanto nel 17,3% dei pazienti trattati dallo psicoterapeuta e nel 53% di quelli trattati soltanto con i farmaci.Sembra riconfermata una visione, molto europea e poco americana, che vede gli psicofarmaci come trattamento ottimale nelle fasi acute, ma al quale va poi almeno affiancato un trattamento capace di costruire delle difese naturali alla depressione, cioè appunto la psicoterapia. Purtroppo, almeno nella realtà italiana, la psicoterapia è disponibile praticamente soltanto su base privata, vista la difficoltà di ottenere questa prestazione attraverso il Servizio Sanitario Nazionale. Si dice per ragioni organizzative, si dice per ragioni di costo. Quest'ultimo aspetto, però, viene considerato anche da questo studio, che fa presente, pur su dati statunitensi, come sia vero che il farmaco costi meno della psicoterapia ma soltanto nella prima fase. Già dopo otto mesi di trattamento la differenza di costo non esiste più e di lì in poi costa meno la psicoterapia. Anche altri studi avevano mostrato come, inaspettatamente, la farmacoterapia richiedesse una spesa superiore di un terzo rispetto alla psicoterapia individuale. Forse è tempo di un ripensamento.
Maurizio Imperiali
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