Panico associato a vomito e diarrea

28 febbraio 2006

Panico associato a vomito e diarrea


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22 febbraio 2006

Panico associato a vomito e diarrea

Gent. Mi dottori, innanzitutto vorrei ringraziarvi veramente di cuore per il lavoro che svolgete in questo servizio pubblico, perchè riesce a dare delle risposte anche senza dover necessariamente porre una domanda, leggendo semplicemente tutte le domande e risposte già fatte. Ovviamente ogni caso e comunque soggettivo e personale, pertanto quello che vorrei chiedere è questo: sono sposata con un uomo, premetto che è una di quelle persone che non farebbe del male ad una mosca, che da 2 anni circa (almeno quelli in cui è esplosa questa malattia probabilmente negli anni precedenti la "covava") soffre di disturdi di ansia ed attacchi di panico con vomito e diarrea associati al lavoro e all'uso dell'auto. Mi spiego meglio: due anni dopo la trasformazione del contratto di lavoro a tempo indeterminato gli hanno "chiesto" di svolgere delle mansioni di lavoro che lui rifiuta totalmente di fare, nonostante il fatto tutte le mattine si alza per andare a lavorare. Lui attualmente svolge un lavoro d'attesa (guardiano) a turni, pertanto dichiara di sentirsi "solo", ma la cosa più sconvolgente e "strana" che può sembrare assurda e che va in totale panico quando deve prendere la macchina per andare a lavorare. La paura e il panico è cosi notevole che è diventato paranoico nei confronti dell'auto ha la continua fissa che possa rompersi e che debba poi ripararla e passa ore intere intorno alla macchina per controllare se è tutto a posto. Utimamente mangia pochissimo ed è dimagrito. Il neurologo gli ha prescritto il cipralex 10 mg una volta al gg e l'alprazolam 0, 25 mg 3 volte al gg. ma sembra che non abbia molti risultati. Cari dottori aiutatemi a capire cosa devo fare e come mi devo comportare nei suoi confronti cerco di aiutarlo più che posso gli parlo continuamente e cerco di fargli capire che non è grave se la macchina si rompe perchè poi si può riparare! Cosi come cerco di fargli capire che mi dispice molto che lui faccia un lavoro che non gli piace ma che è importante avere uno stipendio a fine mese! Non so più che fare vi prego datemi qualche risposta perchè questa situazione è diventate deleteria per il nostro rapporto di coppia. Vorri chiedere un'ultima cosa se avessimo un bambino potrebbe aiutare a riportare un pò di serenità? Grazie, Lory

Risposta del 28 febbraio 2006

Risposta a cura di:
Dott.ssa CRISTIANA CECCHI


E’ probabile che la terapia farmacologica debba essere modificata se effettivamente non ha dato alcun risultato, dipenda anche da quanto tempo assume suddetta terapia. Inoltre suo marito potrebbe intraprendere una psicoterapia, eventualmente di tipo cognitivo-comportamentale. Un modo per aiutarlo sarebbe quello di convincerlo a rivolgersi ad uno specialista competente in tal campo così da affrontare le problematiche relative al suo lavoro, il rifiuto del medesimo e tutto ciò che ne consegue. Per quanto riguarda la decisione di avere un bambino penso che questa debba essere presa in un momento di serenità ed armonia della coppia. Un figlio porta amore e gioia in una famiglia ma i genitori, fra le altre cose, si sentono investiti da grandi responsabilità. Non so se è il momento giusto. Comunque queste sono decisioni importanti e quello appena esposto è un mio generico parere. Come lei stessa ha detto “ogni caso è soggettivo e personale”, in effetti ogni situazione è da valutare nel suo completo contesto e senza conoscervi personalmente non è possibile effettuare un adeguata valutazione. Di conseguenza il mio consiglio, come ho già scritto, è quello di rivolgervi ad uno psicoterapeuta in modo da affrontare eventualmente anche questo argomento.

Cordiali saluti

Dott. Ssa Cristiana Cecchi
Specialista attività privata
Specialista in Psichiatria
FIRENZE (FI)



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