12 ottobre 2017
Aggiornamenti e focus, Speciale Bocca sana
Xilitolo, lo zucchero che protegge dalla carie
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Proteggere i denti dalla carie con lo zucchero. Impensabile sino a qualche tempo fa,ma ora gli studi evidenziano il contrario. La sostanza in questione è lo xilitolo, protagonista di una ricerca tutta italiana, pubblicata sulla rivista scientifica Clinical oral investigation e presentata di recente a Oslo, nel corso del64° congresso dell'European organisation for caries research (Orca).
«La carie è causata dall'interazione di diversi fattori ambientali con la nostra bocca. In particolar modo fattori biologici, sociali, comportamentali e la dieta influenzano la formazione di un biofilm orale, che tutti noi conosciamo con il nome di placca» sottolinea Laura Strohmenger, Direttore Uoc di Odontoiatria e prevenzione Orale A.O. San Paolo di Milano. «Non tutta la placca, però, si comporta allo stesso modo. Infatti gli zuccheri rappresentano un fattore scatenante per lo sviluppo di placca cariogena». Diverso il caso dello xilitolo. «Già un nostro precedente studio nei bambini aveva dimostrato che un alto dosaggio di xilitolo somministrato per sei mesi diminuisce il rischio di carie di circa l'80 per cento nei due anni successivi», prosegue Strohmenger.
«Così ci siamo domandati se bassi dosaggi di xilitolo fossero efficaci anche negli adulti. Per questo abbiamo arruolato 130 volontari tra i 35 e i 44 anni che assumevano questo quantitativo di xilitolo mediante cinque chewing gum al giorno.
I volontari sono stati divisi in due gruppi: il primo doveva masticare cinque chewing gum al giorno contenenti xilitolo, mentre il secondo gruppo masticava cinque chewing gum senza zucchero di controllo privi di xilitolo. Lo studio è durato due anni in totale. Solo nel primo anno i volontari hanno masticato il chewing gum. Il secondo anno è stato unicamente di osservazione degli effetti a lungo termine.
I risultati hanno messo in evidenza come la capacità della placca di generare acidi sia diminuita lievemente nel gruppo di controllo, senza raggiungere però variazioni significative, mentre nel gruppo con xilitolo la diminuzione è stata più marcata, raggiungendo una variazione statisticamente significativa rispetto ai valori di partenza. Inoltre, tali effetti si sono mantenuti anche dopo i 12 mesi di masticazione, fino ai 24 mesi finali. Nel gruppo controllo non è stata riscontrata una variazione dei batteri cariogeni nell'arco dello studio, al contrario nel gruppo con xilitolo i batteri cariogeni sono diminuiti nell'arco dei 12 mesi di masticazione e si sono mantenuti a livelli più bassi fino al controllo finale.
La generazione e progressione della carie è diminuita del 23 per cento nel gruppo xilitolo rispetto al gruppo controllo, nel quale si sono verificati 120 interventi di otturazione e 27 estrazioni, numeri che scendevano rispettivamente a 82 e 19 nel gruppo con xilitolo».
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«La carie è causata dall'interazione di diversi fattori ambientali con la nostra bocca. In particolar modo fattori biologici, sociali, comportamentali e la dieta influenzano la formazione di un biofilm orale, che tutti noi conosciamo con il nome di placca» sottolinea Laura Strohmenger, Direttore Uoc di Odontoiatria e prevenzione Orale A.O. San Paolo di Milano. «Non tutta la placca, però, si comporta allo stesso modo. Infatti gli zuccheri rappresentano un fattore scatenante per lo sviluppo di placca cariogena». Diverso il caso dello xilitolo. «Già un nostro precedente studio nei bambini aveva dimostrato che un alto dosaggio di xilitolo somministrato per sei mesi diminuisce il rischio di carie di circa l'80 per cento nei due anni successivi», prosegue Strohmenger.
«Così ci siamo domandati se bassi dosaggi di xilitolo fossero efficaci anche negli adulti. Per questo abbiamo arruolato 130 volontari tra i 35 e i 44 anni che assumevano questo quantitativo di xilitolo mediante cinque chewing gum al giorno.
I volontari sono stati divisi in due gruppi: il primo doveva masticare cinque chewing gum al giorno contenenti xilitolo, mentre il secondo gruppo masticava cinque chewing gum senza zucchero di controllo privi di xilitolo. Lo studio è durato due anni in totale. Solo nel primo anno i volontari hanno masticato il chewing gum. Il secondo anno è stato unicamente di osservazione degli effetti a lungo termine.
I risultati hanno messo in evidenza come la capacità della placca di generare acidi sia diminuita lievemente nel gruppo di controllo, senza raggiungere però variazioni significative, mentre nel gruppo con xilitolo la diminuzione è stata più marcata, raggiungendo una variazione statisticamente significativa rispetto ai valori di partenza. Inoltre, tali effetti si sono mantenuti anche dopo i 12 mesi di masticazione, fino ai 24 mesi finali. Nel gruppo controllo non è stata riscontrata una variazione dei batteri cariogeni nell'arco dello studio, al contrario nel gruppo con xilitolo i batteri cariogeni sono diminuiti nell'arco dei 12 mesi di masticazione e si sono mantenuti a livelli più bassi fino al controllo finale.
La generazione e progressione della carie è diminuita del 23 per cento nel gruppo xilitolo rispetto al gruppo controllo, nel quale si sono verificati 120 interventi di otturazione e 27 estrazioni, numeri che scendevano rispettivamente a 82 e 19 nel gruppo con xilitolo».
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