19 maggio 2020
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Peritonite: una infiammazione seria da non sottovalutare
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La peritonite indica la grave infiammazione batterica del peritoneo, la membrana sierosa, sottile e quasi trasparente, che riveste la cavità addominale e avvolge e sostiene gli organi nella zona addominale e pelvica: intestino, reni, fegato, stomaco, pancreas, appendice, vescica.
Si tratta di una "pellicola" protettiva molto ampia e complessa che viene compromessa dall'estendersi dell'infezione. È una patologia che va curata velocemente e spesso obbliga a interventi chirurgici di urgenza per asportare i tessuti infetti che mettono a serio rischio la funzionalità degli organi.
Il suo sviluppo è molto rapido e pericoloso. Come abbiamo anticipato, va diagnosticata con tempestività - insieme alle ragioni cliniche che l'hanno originata - perché può avere anche esiti mortali. Avviene, per esempio, quando l'infezione si espande e non si riesce a contenerla con l'uso di antibiotici o con l'intervento chirurgico.
Una peritonite acuta produce sintomi definiti ma al tempo stesso subdoli perché associabili ad altre patologie. In particolare:
Esistono due categorie di peritonite. La peritonite primitiva o spontanea - poco frequente - si manifesta quando è in corso un'infezione batterica del liquido contenuto nella cavità addominale. È associata soprattutto a pazienti immunodepressi, che soffrono di insufficienza renale o epatica, in dialisi peritoneale o affetti da cirrosi. Di parla di ascite perché il liquido nella cavità peritoneale si accumula in quantità eccessive. La peritonite secondaria si registra invece come conseguenza di un altro elemento scatenante, quando cioè si perfora un organo nella cavità addominale che produce un'infezione nel tratto digerente. È il caso per esempio della perforazione di una appendice infiammata e trascurata, della perforazione del colon causata dalla diverticolite, dell'ulcera gastrica, dell'ostruzione intestinale, della pancreatite acuta. Ma pure di interventi chirurgici che interessano la zona addominale o patologie come la colecistite, il morbo di Crohn o traumi e ferite.
In questa condizione, l'infezione si diffonde rapidamente. I batteri arrivano fino al peritoneo. Tra le complicanze, la sepsi, grave infezione del sangue - può avere esiti drammatici - ascessi, cancrena dei tessuti intestinali. Per questo è sempre importante la tempestività della diagnosi e della cura. Per non dare il tempo all'infezione di diffondersi. Soprattutto quando il paziente ha uno stato di salute già compromesso da altre patologie.
Carla De Meo
Bibliografia
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...e inoltre su Dica33:
Si tratta di una "pellicola" protettiva molto ampia e complessa che viene compromessa dall'estendersi dell'infezione. È una patologia che va curata velocemente e spesso obbliga a interventi chirurgici di urgenza per asportare i tessuti infetti che mettono a serio rischio la funzionalità degli organi.
Il suo sviluppo è molto rapido e pericoloso. Come abbiamo anticipato, va diagnosticata con tempestività - insieme alle ragioni cliniche che l'hanno originata - perché può avere anche esiti mortali. Avviene, per esempio, quando l'infezione si espande e non si riesce a contenerla con l'uso di antibiotici o con l'intervento chirurgico.
Una peritonite acuta produce sintomi definiti ma al tempo stesso subdoli perché associabili ad altre patologie. In particolare:
- Febbre alta
- Dolori addominali violenti
- Inappetenza
- Battito cardiaco accelerato
- Nausea
- Vomito
- Brividi
- Addome gonfio
- Addome dolente alla pressione
- Stitichezza
- Sete intensa
- Diuresi scarsa
Peritonite: primitiva e secondaria
Esistono due categorie di peritonite. La peritonite primitiva o spontanea - poco frequente - si manifesta quando è in corso un'infezione batterica del liquido contenuto nella cavità addominale. È associata soprattutto a pazienti immunodepressi, che soffrono di insufficienza renale o epatica, in dialisi peritoneale o affetti da cirrosi. Di parla di ascite perché il liquido nella cavità peritoneale si accumula in quantità eccessive. La peritonite secondaria si registra invece come conseguenza di un altro elemento scatenante, quando cioè si perfora un organo nella cavità addominale che produce un'infezione nel tratto digerente. È il caso per esempio della perforazione di una appendice infiammata e trascurata, della perforazione del colon causata dalla diverticolite, dell'ulcera gastrica, dell'ostruzione intestinale, della pancreatite acuta. Ma pure di interventi chirurgici che interessano la zona addominale o patologie come la colecistite, il morbo di Crohn o traumi e ferite.
In questa condizione, l'infezione si diffonde rapidamente. I batteri arrivano fino al peritoneo. Tra le complicanze, la sepsi, grave infezione del sangue - può avere esiti drammatici - ascessi, cancrena dei tessuti intestinali. Per questo è sempre importante la tempestività della diagnosi e della cura. Per non dare il tempo all'infezione di diffondersi. Soprattutto quando il paziente ha uno stato di salute già compromesso da altre patologie.
Carla De Meo
Bibliografia
- Bargman JM, Bick J, Cartier P, et al. Guidelines for adequacy and nutrition in peritoneal dialysis. Canadian Society of Nephrology. J Am Soc Nephrol 1999;10 (suppl 13): S311-21.
- Fried L, Piraino B. Peritonitis. In: Gokal R, Khanna R, Krediet R, Nolph K, eds. Textbook of Peritoneal Dialysis (2nd ed.) Boston, Kluwer Academic Publishers, 2000: 545-64.
- Kawaguchi Y, Kawanishi H, Mujais S, Topley N, Oreopoulos DG. Encapsulating peritoneal sclerosis: definition, etiology, diagnosis, and treatment. International Society for Peritoneal Dialysis Ad Hoc Committee on Ultrafiltration Management in Peritoneal Dialysis. Perit Dial Int 2000; 20 (suppl 4): S43-55
- Khairullah Q, Provenzano R, Tayeb J, et al. Comparison of vancomycin versus cefazolin as initial therapy for peritonitis in peritoneal dialysis patients. Perit Dial Int. 2002 May-Jun;22(3):339-44.
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